Benessere
Malattie gravi e patologie con nomi particolari: quali sono?
Sommario articolo
Quali sono le malattie gravi? Anche se non esiste un elenco ufficiale, c’è comunque una lista di patologie invalidanti o potenzialmente tali.
Dalla sindrome di Cushing al morbo di Crohn, passando per il glaucoma, la tiroidite di Hashimoto e l’epatite cronica attiva: queste sono solo alcune delle malattie gravi ad oggi conosciute. Si tratta di patologie invalidanti o potenzialmente tali, che spesso compromettono il normale svolgimento delle normali attività quotidiane.
Cosa sono le malattie gravi?
Le malattie gravi sono quelle patologie che causano invalidità, sia temporanea che permanente, pari o superiore al 67%. Si tratta di malattie per cui non è prevista la guarigione totale e che, nella maggior parte dei casi, sono ancora poco conosciute. Quanti soffrono di una problematica di questo tipo hanno diritto a visite mediche gratuite, a posti di lavoro attinenti le proprie capacità (fisiche o mentali) e ad una pensione di invalidità. Di seguito, i nomi delle malattie brutte:
- acromegalia e gigantismo;
- affezioni del sistema circolatorio;
- anemia emolitica acquisita da autoimmunizzazione;
- anoressia nervosa e bulimia;
- artrite reumatoide;
- asma;
- cirrosi epatica e biliare;
- colite ulcerosa e morbo di Crohn;
- demenze e diabete insipido;
- diabete mellito;
- dipendenza da sostanze stupefacenti, psicotrope e da alcool;
- epatite cronica attiva;
- epilessia e fibrosi cistica;
- glaucoma;
- infezione da HIV;
- ipercolesterolemia primitivo poligenica;
- insufficienza cardiaca;
- insufficienza corticosurrenale cronica (morbo di Addison);
- ipercolesterolemia familiare eterozigotetipo II a e II b;
- ipercolesterolemia familiare combinata;
- iperlipoproteinemia di tipo III;
- insufficienza renale cronica;
- iperparatiroidismo e ipoparatiroidismo;
- ipotiroidismo congenito e ipotiroidismo acquisito grave;
- lupus eritematoso sistemico;
- insufficienza respiratoria cronica;
- alzheimer;
- malattia di Sjogren;
- ipertensione arteriosa;
- sindrome di Cushing;
- miastenia grave, morbo di Basedow e altre forme di ipertiroidismo;
- morbo di Buerger;
- morbo di Paget;
- parkinson e altre malattie extrapiramidali;
- nanismo ipofisario;
- neonati prematuri immaturi a termine con ricovero in terapia intensiva neonatale;
- neuromielite ottica;
- pancreatite cronica;
- psicosi;
- psoriasi (artropatica, pustolosa grave, eritrodermica);
- sclerosi multipla e sistemica progressiva;
- patologie neoplastiche maligne e tumori di comportamento incerto;
- pluripatologie che compromettono più organi e/o apparati e riduzione dell’autonomia personale;
- spondilite anchilosante;
- tubercolosi (attiva bacillifera);
- tiroidite di Hashimoto.
Oltre alle patologie citate sopra, considerate gravi e potenzialmente invalidanti, ce ne sono altre che hanno nomi davvero strani.
Malattie con nomi strani: quali sono?
Ci sono nomi di malattie davvero strani, che comportano sintomi altrettanto bizzarri. Di seguito, un elenco di alcune patologie che ancora oggi sono oggetto di studio:
- sindrome dell’accento straniero (FAS): quanti sopravvivono ad un infarto o si svegliano dal coma iniziano a parlare con un accento diverso;
- sindrome del lupo o ipertricosi: peluria che cresce dalle guance alla fronte, passando per le mani;
- elefantiasi o filariasi linfatica: doloroso ingrossamento di un arto, dei genitali o del seno;
- sindrome di Fregoli: le persone che si conoscono si confondono con degli sconosciuti, non solo nell’aspetto fisico anche nella personalità;
- sindrome di Cotard: le persone credono di essere creature simili a zombie, che si muovono in un mondo che non esiste;
- argiria: la pelle diventa blu.
- sindrome da eccitazione sessuale persistente (PSAS): la sensazione può durare per ore, nelle donne con orgasmi ogni 30 secondi.
- sindrome di Klippel-Trénaunay (KTS) o sindrome angio-osteoipertrofica: comporta malformazioni capillari cutanee, vene varicose e ingrossamento di un arto oppure di altre parti del corpo;
- progeria o sindrome di Hutchinson-Gilford: invecchiamento prematuro, che inizia a circa 2 anni d’età;