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Legge 104 e badante: che cosa c’è da sapere
Sommario articolo
Con la legge quadro sulla disabilità vengono messi a disposizione i cosiddetti permessi legge 104
Si tratta di permessi retribuiti mensili che rappresentano un beneficio lavorativo importante per i lavoratori dipendenti che devono prestare assistenza a un familiare disabile e per gli stessi dipendenti disabili. Si tratta di assenze che possono essere frazionate a ore e che vengono concesse per un massimo di 3 giorni al mese per la tutela della salute e dell’integrità psicologica e fisica, quando a beneficiarne è il portatore di handicap in prima persona, o per l’assistenza e la cura del disabile, quando a beneficiarne è il lavoratore caregiver.
Le norme relative al personale badante
In base a quanto previsto dal Contratto collettivo dei lavoratori domestici, gli assistenti familiari che vengono assunti come personale badante non possono lavorare più di 8 ore non consecutive al giorno, nel caso in cui siano assunti come non conviventi, distribuite su 5 o 6 giorni; se sono assunti come conviventi a servizio intero, invece, l’orario giornaliero di lavoro può essere al massimo di 10 ore non consecutive. Infine c’è l’eventualità in cui gli assistenti familiari sono assunti come conviventi a servizio ridotto: in questo caso le ore di lavoro al giorno devono essere al massimo 10 non consecutive, distribuite su 3 giorni alla settimana, oppure devono essere concentrate tra le 6 e le 14 o tra le 14 e le 22.
Il riposo per il personale badante
Come per tutti gli altri lavori dipendenti, anche per il personale badante il riposo giornaliero non può essere inferiore a 11 ore consecutive. Nel caso di badanti conviventi, ogni giorno sono dovute 2 ore non retribuite, a meno che l’orario giornaliero non sia concentrato interamente tra le 6 e le 14 o tra le 14 e le 22; in queste 2 ore si può uscire dalla casa del datore di lavoro. Deve essere concessa una pausa necessaria per il consumo del pasto nel caso in cui l’orario giornaliero del personale badante sia di almeno 6 ore se la presenza sul posto di lavoro deve essere continuativa. Il Contratto collettivo dei lavoratori domestici prevede, poi, che per un assistente familiare l’orario settimanale possa essere al massimo di 40 ore in caso di assunzione come non convivente, al massimo di 30 ore in caso di assunzione come convivente a servizio ridotto e al massimo di 54 ore in caso di assunzione come convivente a servizio intero.
I riposi settimanali
Per i conviventi a servizio ridotto, i riposi possono variare a seconda della distribuzione settimanale. Per i non conviventi, il riposo deve essere di domenica di 24 ore. Per i conviventi a servizio intero, infine, il riposo settimanale deve essere di 36 ore, distribuito tra le 24 ore della domenica e le 12 ore di un giorno a scelta che comunque deve essere concordato con il datore di lavoro. In un anno, poi, si ha diritto a 26 giorni di ferie.
I permessi legge 104 e il personale badante
Un lavoratore caregiver nei confronti di un portatore di handicap grave che venga designato unico referente per l’assistenza di quella persona ha il diritto di usufruire dei permessi legge 104 anche nel caso in cui sia prevista l’assistenza di personale badante. Quello che conta è che il lavoratore caregiver garantisca una sistematica assistenza. I permessi della legge 104, in base a una recente sentenza della Cassazione, possono essere erogati anche nel caso in cui il disabile venga ricoverato in una struttura residenziale per anziani se questa non garantisce assistenza sanitaria continuativa: il che vuol dire quasi sempre, dal momento che in genere le rsa non assicurano un’assistenza di questo tipo. Infatti, si fa riferimento al concetto di assistenza sanitaria per indicare quella riabilitativa, infermieristica, medica o da parte di educatori e operatori socio sanitari.
Quando il lavoratore non può usufruire dei permessi
Il lavoratore, di conseguenza, non può usufruire dei permessi della legge 104 se il familiare disabile può contare su assistenza sanitaria continuativa. Tale situazione, infatti, viene considerata pari alla condizione di un disabile che è ricoverato in una struttura sanitaria specializzata, in una clinica o in un ospedale. I permessi possono essere forniti solo per i disabili ricoverati con prognosi infausta a breve termine o in stato vegetativo persistente, e dunque in situazione di gravità. Un’altra circostanza in cui spettano i permessi è quella relativa alla richiesta di accompagnamento della persona in un luogo diverso dalla struttura in cui è ricoverata per lo svolgimento di esami, visite o terapie.
Gli approfondimenti di Amioagio.it
Per conoscere tutte le informazioni relative agli aiuti fiscali per chi assiste un disabile si può fare riferimento al sito Amioagio.it, da cui abbiamo estratto le indicazioni riportate in questo articolo.