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La vulvodinia è una sindrome ginecologica che colpisce moltissime donne: scopriamo quali sono le cause, i sintomi e le possibili terapie.
Si chiama vulvodinia, o anche sindrome vulvo vestibolare, ed è una malattia caratterizzata da un intenso dolore della zona esterna dei genitali femminili. Colpisce molte donne, ma il numero esatto non è certo: sono tante infatti coloro che, per pudore, preferiscono non rivolgersi al medico. E anche coloro che lo fanno non sempre riescono ad ottenere una diagnosi precisa. Cerchiamo di fare chiarezza su questa patologia così diffusa, ma ancora così poco conosciuta.
Vulvodinia, le cause
Con il termine vulvodinia si intende quel dolore cronico che affligge, senza un motivo apparente, la zona che circonda la vulva. Non è ancora stata scoperta la causa di questa malattia, ma le evidenze hanno portato alla luce alcuni fattori di rischio. È più probabile soffrire di vulvodinia se si hanno avuto in precedenza lesioni o irritazioni dei nervi della regione vulvare, sbalzi ormonali o spasmi della muscolatura del pavimento pelvico, causando per l’appunto dolore pelvico.
È inoltre importante capire se, celata dal dolore vulvare, ci sia qualche altra patologia. Infatti la vulvodinia potrebbe essere un sintomo di problemi quali cistite interstiziale, endometriosi, fibromialgia, sindrome dell’intestino irritabile, fibromi uterini e infezioni.
I sintomi della vulvodinia
Il dolore provocato da questa malattia si caratterizza per il forte bruciore con cui si manifesta e per la sensazione di puntura di spillo che colpisce la zona. Inoltre possono presentarsi altri sintomi quali irritazione, secchezza vaginale, dispareunia (rapporti sessuali dolorosi), prurito e gonfiore. Il dolore può verificarsi ad intermittenza e presentarsi solo in particolari condizioni (ad esempio dopo la minzione o in posizione seduta) o essere costante.
Vulvodinia, cura
Esistono delle terapie per la vulvodinia anche se non ancora una vera e propria cura. In alcuni casi si utilizza l’elettrostimolazione che può aiutare a decontrarre i muscoli e, in un secondo momento, a disinfiammare i nervi colpiti. Il biofeedback, invece, può essere d’aiuto nel diminuire la percezione del dolore.
Giorgia Soleri e la vulvodinia
Giorgia Soleri, a cavallo tra il 2021 e il 2022, ha acceso i riflettori sulla malattia, parlandone attraverso i social ma anche in televisione. La sua richiesta? Che questa malattia venga finalmente riconosciuta: lei stessa ha raccontato oltretutto che le sono serviti otto anni e decine di pareri per arrivare a una diagnosi.
“Ci sono stati anni in cui mi svegliavo col dolore, mangiavo col dolore, andavo a scuola col dolore, andavo a letto col dolore. Il più delle volte non dormivo per il dolore. È stato il mio compagno più devoto, silenzioso ma sempre presente. Ossessivo e possessivo. Tanto da allontanare tutto e tutti, come nella più classica delle relazioni tossiche”.
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