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La vulvodinia è una sindrome ginecologica che colpisce moltissime donne: scopriamo quali sono le cause, i sintomi e le possibili terapie.
Si chiama vulvodinia, o anche sindrome vulvo vestibolare, ed è una malattia caratterizzata da un intenso dolore della zona esterna o interna dei genitali femminili. Colpisce molte donne, ma il numero esatto non è certo: sono tante infatti coloro che, per pudore o per scarsa conoscenza del problema, preferiscono non rivolgersi al medico. E anche coloro che lo fanno non sempre riescono ad ottenere una diagnosi precisa a causa della scarsa conoscenza della malattia. Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza su questa patologia così diffusa, ma ancora così poco conosciuta.
Vulvodinia, le cause
Con il termine vulvodinia si intende quel dolore cronico che affligge, senza un motivo apparente, la zona che circonda la vulva. Non è ancora stata scoperta la causa di questa malattia, ma le evidenze hanno portato alla luce alcuni fattori di rischio. È più probabile soffrire di vulvodinia se si hanno avuti in precedenza lesioni o irritazioni dei nervi della regione vulvare, sbalzi ormonali, infiammazioni ricorrenti o spasmi della muscolatura del pavimento pelvico, causando per l’appunto dolore pelvico.
È inoltre importante capire se, celata dal dolore vulvare, ci sia qualche altra patologia. Infatti la vulvodinia potrebbe essere un sintomo di problemi quali cistite interstiziale, endometriosi, fibromialgia, sindrome dell’intestino irritabile, fibromi uterini e infezioni.
Questa malattia che fino a poco tempo fa poteva definirsi sconosciuta, ha attirato sempre più l’attenzione per via dell’attivista Giorgia Soleri che, soffrendone, ne ha parlato pubblicamente battendosi in prima linea per il suo riconoscimento.
I sintomi della vulvodinia
Il dolore provocato da questa malattia si caratterizza per il forte bruciore con cui si manifesta e per la sensazione di puntura di spilli che colpisce la zona. Inoltre possono presentarsi altri sintomi quali irritazione, secchezza vaginale, dispareunia (rapporti sessuali dolorosi), prurito, tagli frequenti nella zona e gonfiore. Il dolore può verificarsi ad intermittenza e presentarsi solo in particolari condizioni (ad esempio dopo la minzione o in posizione seduta) o essere costante.
Vulvodinia, cura
Per la vulvodinia non esiste ancora una cura vera e propria. Tuttavia ci sono dei trattamenti che possono aiutare a lenire i sintomi dolorosi. In alcuni casi si utilizza l’elettrostimolazione che può aiutare a decontrarre i muscoli e, in un secondo momento, a disinfiammare i nervi colpiti. Il biofeedback, invece, può essere d’aiuto nel diminuire la percezione del dolore. Ci sono poi dei farmaci che possono essere prescritti dal medico e che hanno lo scopo di interrompere la comunicazione dei nervi alleviando così i sintomi dolorosi. Detto ciò si tratta di una malattia dalla quale al momento non si guarisce ma i cui sintomi possono alleviarsi fino al punto di sparire anche per lunghi periodi.
Giorgia Soleri e la vulvodinia
Come già accennato Giorgia Soleri, a cavallo tra il 2021 e il 2022, ha acceso i riflettori su questa malattia, parlandone attraverso i social ma anche in televisione. La sua richiesta? Che questa malattia venga finalmente riconosciuta: lei stessa ha raccontato oltretutto che le sono serviti otto anni e decine di pareri per arrivare a una diagnosi. Un periodo di tempo che ad oggi è quello stimato come medio prima di capire di cosa si soffre. Il tutto con evidenti disagi psicologici dati dalla mancanza di comprensione e dal senso di solutine che le malattie invisibili e non riconosciute sono in grado di provocare.
“Ci sono stati anni in cui mi svegliavo col dolore, mangiavo col dolore, andavo a scuola col dolore, andavo a letto col dolore. Il più delle volte non dormivo per il dolore. È stato il mio compagno più devoto, silenzioso ma sempre presente. Ossessivo e possessivo. Tanto da allontanare tutto e tutti, come nella più classica delle relazioni tossiche”.
Parole che descrivono a pieno un problema che tante donne vivono ogni giorno senza sapere di non essere sole, senza ricevere le giuste cure e senza avere la comprensione che meriterebbero.
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