POST è il termine usato per indicare la tachicardia posturale ortostatica. Scopriamo quali sono i sintomi e le cure.

Una patologia ancora poco conosciuta è la sindrome ortostatica posturale, nota anche come POTS.
Un problema che comprende tutta una serie di disturbi tra i quali il principale è l’intolleranza ortostatica. Questa, è rappresentata da una difficoltà ad assumere la posizione eretta. Cosa che richiede tutta una serie di compensazioni all’organismo e, in mancanza delle quali, si va incontro a problemi di vario tipo. Imparare a riconoscere questa patologia è quindi estremamente importante, in quanto può aiutare a fare chiarezza sui sintomi e a scoprire le soluzioni da mettere in atto.

Quali sono le cause di questa sindrome

La tachicardia ortostatica posturale avviene quando durante un cambio di posizione, si innesca un aumento della frequenza cardiaca senza calo della pressione.
Ogni qual volta ci alziamo in piedi, infatti, l’organismo si trova a dover compensare attività circolatorie e neurologiche con spostamenti di importanti quantità di sangue che vanno verso il basso per via della forza di gravità. Ciò, in chi soffre di questa patologia porta ad uno scompenso che si traduce con battiti del cuore accelerati.

POTS
POTS

Questa patologia, che può svilupparsi in qualsiasi momento della vita, è più frequente nelle donne tra i 15 e i 50 anni. Inoltre, in molti casi, sembra che si presenti come concausa ad alcuni eventi importanti che vanno dal post gravidanza, agli interventi chirurgici fino a traumi e malattie di vario tipo. Tra le altre cause ci sono anche problematiche legate alla salute e già esistenti, come:

– Le patologie autoimmuni
– L’intossicazione da alcol
– Le alterazioni genetiche
– L’intossicazione da metalli pesanti
– La presenza di malattie invalidanti

Sebbene in alcuni casi possa presentarsi in modo lieve e sporadico, in altri i sintomi possono essere frequenti e con un’intensità tale da risultare invalidanti.

I sintomi della sindrome ortostatica posturale

In genere questa patologia si accompagna a determinati sintomi che possono presentarsi tutti insieme e in modo sia sporadico che costante. Il denominatore comune è che la loro comparsa avviene solitamente dopo essersi alzati o qualche minuto dopo uno spostamento di questo tipo.
I più comuni e frequenti sono:

– Tachicardia
– Tremori
– Aumento della sudorazione
– Svenimento
Vertigini
Nebbia cognitiva
– Scarsa concentrazione
Emicrania
– Stanchezza
– Dolore al petto
– Mancanza di fiato
– Senso di malessere generale

Chi soffre di questa sindrome può inoltre presentare disturbi del sonno. Mentre, più raramente, possono verificarsi nausea, disturbi vescicali, edemi e alterazioni della sensibilità periferica.

POTS: diagnosi e cure

Per via dei tanti sintomi, questa sindrome può essere spesso confusa con altre patologie che provocano all’incirca situazioni analoghe. Un esempio è quello della fibromialgia.
Detto ciò, in caso di dubbi (sopratutto se in presenza di sintomi collegati ad aumento dei battiti del cuore) è sempre importante rivolgersi al medico curante.

La diagnosi avviene solitamente dopo un’attenta anamnesi, un controllo della frequenza cardiaca durante il cambio di posizione e il tilt-test, esame che si effettua con un dispositivo volto ad analizzare il cambio di frequenza cardiaca su pazienti sdraiati su un apposito letto che a comando può posizionarsi in verticale. In alcuni casi possono essere aggiunti anche esami di controllo come quelli del sangue, l’elletrocardiogramma, l’holter presorio e l’ecocardiogramma. Andranno poi ovviamente escluse patologie con sintomi simili.

Una volta ottenuta la diagnosi, il medico potrà optare per la somministrazione di alcuni farmaci come vasocostrittori o beta bloccanti. Il più delle volte, però, la cura consiste nel mettere insieme tutta una serie di comportamenti volti ad evitare che il fenomeno si presenti. Tra le norme comportamentali ci sono quella di bere molto, di praticare esercizio fisico, di alzarsi sempre lentamente, di evitare caffeina e alcolici e di non camminare troppo a lungo.

Inoltre, quando si presenta il problema, molti pazienti trovano sollievo nello sdraiarsi tenendo le gambe sollevate o nel sedersi a gambe incrociando e dondolandosi appena. Conoscere la presenza di questo disturbo è quindi il primo passo per ridurlo il più possibile e tornare a vivere una vita senza dolori e senza scompensi continui.

Riproduzione riservata © 2024 - NB

salute

ultimo aggiornamento: 30-04-2023


Come aver cura del contorno occhi anche in estate: gli step da seguire

Flora intestinale: scopriamo come ripristinarla in modo naturale