Le gengive nere non devono mai essere sottovalutate perché potrebbero essere il campanello d’allarme di una problematica grave.

Avete notato di avere le gengive nere? Se la risposta è affermativa, dovete immediatamente chiedere un parere medico. Nella maggior parte dei casi, basta avere uno stile di vita sano e tutto torna nella norma, ma alcune situazioni potrebbero essere molto, molto più gravi. Vediamo le cause, i sintomi e il trattamento.

Gengive nere: cause e sintomi

Anche se in pochi ci fanno caso, la salute delle gengive è fondamentale. Può accadere che siano gonfie o doloranti oppure che abbiano un colorito scuro, tendente al nero. Soffermandoci su quest’ultimo aspetto, anche se è una condizione poco diffusa, è bene sottolineare che si tratta di una problematica che non va mai presa alla leggera. Quando le gengive godono di un completo benessere appaiono rosa chiaro, per cui quando il colore non è questo significa che c’è qualcosa che non va.

Le gengive nere possono essere causate da: fumo, uso di droghe, scarsa igiene orale, gravidanza, dentizione (solo nei bambini), eccesso di melanina (genetico, da morbo di Addison, malattia di von Recklinghausen o sindrome di Peutz – Jeghers), infezioni di origine batterica e presenza di amalgama sul tessuto gengivale. Oltre al colorito scuro, questa problematica può scatenare altri sintomi, quali dolore, sanguinamento e alito cattivo. A prescindere dalla causa, l’infiammazione gengivale va curata immediatamente perché potrebbe trasformarsi in parodontite. Quest’ultima, se non trattata in modo adeguato, può portare alla perdita dei denti.

Gengivite

Gengive nere: trattamento e rimedi naturali

Senza ombra di dubbio, la prima cosa da fare in presenza di gengive nere o gengivite è recarsi dal dentista. Soltanto quest’ultimo può dare una diagnosi corretta e suggerire il trattamento più appropriato. Nella maggior parte dei casi, basta una pulizia dei denti o l’utilizzo di un buon collutorio. In altre situazioni, però, potrebbe essere necessaria una terapia antibiotica, l’ossigenoterapia o addirittura un intervento chirurgico.

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ultimo aggiornamento: 01-02-2023


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