Alimentazione
Tamarindo: i suoi effetti benefici, le sue controindicazioni e come usarlo
Sommario articolo
Il tamarindo è il frutto della medicina orientale che giova all’apparato gastrointestinale. Da usare con estrema cautela: la sua efficacia non è ancora stata testata scientificamente.
Il tamarindo è un frutto orientale dalle numerosissime proprietà benefiche e viene chiamato anche con il nome di dattero dell’India. Usato soprattutto come lassativo, questo frutto ha anche tantissime proprietà antiossidanti che donano effetti anti-age. Può essere trovato facilmente in erboristeria; non dimentichiamoci, però, di usarlo con cautela.
È un frutto che appartiene alla famiglia delle leguminose, simile ai fagiolini verdi, ma più grande e di un colore marroncino. Al suo interno risulta molto polposo ed è usato sia in cucina, che in cosmetica. La sua polpa (molto appiccicosa) è ricchissima di elementi nutritivi, sali minerali (specialmente magnesio e potassio), vitamine del gruppo B e zuccheri.
Che cos’è il tamarindo: dalla pianta al frutto
La pianta dal nome omonimo (Tamarindus Indica) è un albero tropicale sempreverde di grandi dimensioni, e può arrivare addirittura ai 30 metri di altezza e ai 150 anni di vita. Originario dell’Africa, i suoi frutti sono dei baccelli legnosi di circa 10-12 centimetri, che contengono i semi, la parte commestibile del frutto!
I semi del tamarindo contenuti nei baccelli possono essere dai 4 ai 12, e sono avvolti da una polpa di colore marrone scuro e dal sapore acidulo.
Le proprietà del tamarindo e i benefici
I valori nutrizionali del tamarindo sono tanti. Si tratta di un frutto ricco di acqua (più del 30% della sua composizione) mentre il restante si suddivide in zuccheri (57%) e il restante 5% è invece costituito da fibre, proteine, grassi e ceneri.
Al suo interno, poi, troviamo diversi sali minerali, fra cui potassio, fosforo, magnesio, sodio, calcio e selenio, ma anche vitamine del gruppo A, B2, B3, B5, B6, C, K, e J. Ma non finisce qui! In questo frutto vi è anche presenza di acido tartarico, un fortissimo antiossidante naturale e che combatte i radicali liberi.
Fra i suoi benefici troviamo la sua forte azione antibatterica e antinfettiva, grazie al principio attivo della tamarindina, ma anche le proprietà purgative e utili per alleviare disturbi quali la dissenteria. Da non dimenticare le sue proprietà ipoglicemizzanti e i suoi utilizzi in caso di difficoltà di digestione, ma anche il suo potere antidiabetico e tonificante. Non solo, il tamarindo ha proprietà purgative e non solo, pare che aiuti la digestione, soprattutto la parte liquida del frutto.
Controindicazioni del tamarindo
La sua efficacia non è provata medicalmente e va, quindi, usato con molta cautela e parsimonia (considerati anche i suoi effetti lassativi). Il tamarindo, inoltre, agirebbe anche sull’assorbimento di alcuni medicinali e non può fungere da sostitutivo ai farmaci. Inoltre, essendo molto acido, se consumato in maniera eccessiva potrebbe rovinare lo smalto dei denti.
È doveroso, quindi, fare attenzione al fai da te e rivolgersi a un esperto prima di farne uso.
Come si usa il tamarindo: ricette e preparazioni
Si può trovare facilmente in erboristeria e nella maggior parte dei casi viene richiesto per le sue proprietà lassative naturali e viene venduto come marmellata o sciroppo. Si può trovare anche essiccato in tisane e infusi, magari unito ad altre erbe come il rabarbaro e il finocchio.
Gli infusi a base di tamarindo apporterebbero numerosi benefici all’apparato gastrointestinale e al fegato.
In generale, prima di usarlo bisogna pulirlo ed estrarre i semi contenuti, e dopodiché decidere che ricetta preparare. Visto il suo gusto acidulo, sicuramente si tratta di un alimento adatto per marmellate, salsine, sciroppi e quant’altro! Pensate che il tamarindo è un ingrediente della salsa Worcestershire
In Oriente, è molto utilizzato, soprattuto per le preparazioni salate come zuppe, curry e brodi e spesso anche la sua polpa scura viene accompagnata al riso. Questo frutto è usato molto anche nella medicina orientale. In Africa, per esempio, viene utilizzato in casi di febbre malarica e nella medicina indiana per combattere le intossicazioni da alcol. In cosmetica, invece, date le sue proprietà antiossidanti, lo si può trovare in numerosissime creme anti-età.
Bevanda al tamarindo: la ricetta rinfrescante
Questo frutto esotico, essendo ancora molto poco conosciuto lungo tutto lo stivale, viene usato essenzialmente per realizzare bevande, infusi e decotti, ed è per questo che si trova soprattutto in erboristeria. Non solo, gli italiani lo usano per realizzare sciroppi per aromatizzare i dolci grazie alla sua nota acidula ma pur sempre zuccherina.
Se volete provarlo dovete cercare un negozio di cucina orientale, oppure provare nei supermercati meglio forniti (che potrebbero averlo in lattina). Se riuscite a trovare la polpa potete preparare una bevanda molto rinfrescante in pochi e semplici passaggi:
- Prendete circa 100 g di polpa di tamarindo e mettetela in una teiera di acqua (circa 2,5 l).
- Portate sul fuoco e lasciate bollire per circa 15 minuti.
- Togliete dal fuoco ed estraete la polpa strizzandola bene in modo che rilasci tutti i succhi.
- Aggiungete 2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato, un po’ di zucchero di canna e qualche chiodo di garofano.
- Mescolate bene e lasciate in infusione fino a che il liquido non si sarà raffreddato completamente.
- Filtratelo e assaggiatene un po’, se risulta troppo forte aggiungete un po’ di acqua a temperatura ambiente, poi imbottigliate e mettetelo in frigorifero a rinfrescare.