Sommario articolo
La sindrome del cuboide riguarda l’osso del piede e può essere molto dolorosa. Scopriamo quali sono i sintomi e le possibili cure.
Quando si parla di sindrome del cuboide si intende una malattia legata all’osso del piede ed in grado di provocare un dolore intenso e a tratti insopportabile.
In genere, il dolore si intensifica quando si cammina o si pratica attività fisica. Ecco, quindi, quali sono le cause e i rimedi da mettere in atto.
Sindrome del cuboide: cos’è, quali sono i sintomi e perché viene
Questa particolare sindrome, nota anche come sindrome peroneo-cuboidea, sublussazione del cuboide o neurite plantare laterale, riguarda l’esterno laterale del piede.
Spesso difficile da riconoscere fin dalle prime battute, si rivela molto dolorosa poiché colpisce l’osso breve del tarso, situato sulla parte esterna del piede.
Tra le cause che la provocano ci sono l’uso eccessivo della parte, motivo per cui si tratta di una sindrome che riguarda per lo più runner, sportivi e tutti coloro che usano i piedi in modo più frequente e totalizzante. In alcuni casi, tra le cause possono esserci anche traumi dovuti a situazioni esterne, incidenti, sovrappeso e presenza dei così detti piedi piatti che costituiscono una predisposizione al problema. Andando ai sintomi, il principale è quello legato al dolore dato dalla lussazione e che spesso rende difficili i movimenti. A ciò se ne aggiungono anche altri che sono:
– Zoppia
– Infiammazione dei tendini
– Piede debole
– Dolore continuo
– Difficoltà nell’appoggiare il piede
Davanti a questi sintomi, sopratutto se in presenza del dolore è molto importante chiedere un parere al medico ortopedico. In questo modo si avrà al più presto una diagnosi evitando così di sforzare la parte peggiorando le cose.
Come si cura la sindrome del cuboide
Per ottenere una diagnosi esatta basta farsi vedere da un medico specialista che dopo un’attenta anamnesi ed eventuali esami di controllo potrà capire l’entità del problema.
Per fortuna le cure sono semplici e si possono ottenere attraverso la manipolazione della parte e la riallineazione del piede.
Quest’ultima, però, può essere eseguita solo in assenza di altri problemi come reumatismi, problemi vascolari o edemi. In questi casi o quando la manipolazione non da esito si può ricorrere ad un rimedio più estremo e raro che è appunto l’intervento chirurgico. Andando al recupero, la manipolazione risolve tutto entro le 24 ore e con l’aiuto di esercizi mirati e, in alcuni casi, del taping.
Se ci si opera, invece, il recupero risulta molto più lento tanto da richiedere circa sei mesi.
Durante l’attesa è quindi possibile ricorrere a degli antidolorifici, all’uso di fasce elastiche e al dovuto riposo che per gli sportivi rappresenta in molti casi l’esenzione dall’attività fisica.
Una volta guariti, per evitare di ritrovarsi a combattere con questo problema è possibile usare dei rinforzi plantari, lavorare sulla postura e cercare di non sforzare eccessivamente la parte. Con tanta attenzione, in genere, è possibile evitare di ricadere nella sindrome del cuboide. Al contempo è altresì importante prevenire il problema mettendo a punto tutte le strategie possibili.
Riproduzione riservata © 2024 - NB
ultimo aggiornamento: 03-07-2023