Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pappagallo-gabbia-piume-di-struzzo-276927/
Sommario articolo
Sono molte le malattie che gli animali possono trasmettere all’uomo: una di queste si chiama psittacosi, conosciuta anche come ornitosi o febbre dei pappagalli – dal momento che la prima volta è stata osservata proprio su questi uccelli. Sebbene non sia molto frequente negli uomini, questa patologia può risultare molto pericolosa. Ecco perché è importante conoscerla e sapere quali sono i suoi sintomi.
La malattia è causata dal batterio Chlamydophila psittaci, della famiglia della Clamidia. Può contagiare molti uccelli, tra cui i pappagalli, i canarini, i piccioni, i gabbiani, le anatre e le galline. In realtà, seppure in misura minore, ne possono essere affetti anche le pecore, le mucche e le capre. La trasmissione avviene per contatto con le feci infette, oppure per via inalatoria, una volta che il batterio si disperde nell’ambiente.
I sintomi principali della psittacosi si manifestano dopo un periodo di incubazione variabile tra i 5 e i 14 giorni, e comprendono febbre alta, mal di testa, brividi, dolori muscolari, inappetenza e tosse. In alcuni casi, il batterio può colpire il sistema nervoso dando origine a encefalite, cefalea e convulsioni, che possono portare al coma.
Se viene coinvolto anche il tratto gastrointestinale, si possono manifestare nausea, vomito e diarrea. Se invece vengono colpiti altri organi interni, la malattia può evolvere in cardite, ingrossamento del fegato e della milza, epatite. Individuati i sintomi, è bene rivolgersi subito al dottore: la prognosi è generalmente positiva, ma se non curata la malattia ha un tasso di mortalità del 20%.
La terapia d’elezione contro questa malattia prevede la somministrazione di antibiotici specifici contro la Clamidia. Inoltre possono essere utilizzati farmaci per tenere sotto controllo la sintomatologia. Il trattamento dovrebbe durare almeno 2/3 settimane, perché un’interruzione precoce potrebbe portare al manifestarsi nuovamente dei sintomi.
La prevenzione è tuttavia la prima arma a nostra disposizione per evitare il contagio. Gli allevatori dovrebbero essere a conoscenza di tutte le norme per tenere sotto controllo la malattia. Chi invece possiede un uccello in casa dovrebbe utilizzare mangime controllato e pulire periodicamente la gabbia, evitando il sovraffollamento in caso di più animali.
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