L’inquinamento delle acque e le sostanze rilasciate dai prodotti di uso quotidiano sono un pericolo per la nostra salute.

Sulle nostre tavole, ogni giorno, arriva un quantitativo di plastica che finisce direttamente nello stomaco. Nel cibo che mangiamo e nell’acqua che beviamo quotidianamente sono infatti stati rinvenute numerose particelle di sostanze plastiche, che ingeriamo senza accorgercene. Da dove arrivano, e quanto sono pericolose? Scopriamo come possiamo ridurre al minimo i rischi della plastica negli alimenti.

Plastica nel cibo, dove si trova

Uno studio condotto dai ricercatori della Heriot-Watt University di Edimburgo, in Scozia, ha rivelato che in 20 minuti – il tempo medio di un pasto consumato a casa – possiamo ingerire fino a 114 microparticelle di plastica. Sulla base di diverse ricerche, sono stati individuati i maggiori responsabili: il pesce e l’acqua.

Ciò è dovuto principalmente all’inquinamento. I mari sono piedi di plastica, spesso derivante da oggetti comunemente usati (bottiglie, contenitori, imballaggi). In seguito ad erosione, le piccole particelle di materiale plastico che si disperdono nelle acque vengono ingerite dagli organismi marini, che finiscono sulla nostra tavola.

Il pesce non è l’unico alimento contaminato. Alcuni studi hanno dimostrato che anche il sale, sia quello marino che quello di miniera, è spesso contaminato. In questo caso, le microparticelle sono costituite di polietilene, polipropilene e polietilene tereftalato (PET), sostanze chimiche comunemente usate per gli imballaggi.

Plastica nel cibo
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Plastica nell’acqua

E l’acqua che beviamo ogni giorno? Purtroppo, anche in questo caso i risultati non sono dei migliori. Delle analisi effettuate dalla State University of New York a Fredonia hanno preso in considerazione 11 diverse marche di acque minerali in bottiglia. Nel 93% dei casi sono risultate contaminate da particelle di plastica.

Un altro studio ha analizzato campioni di acqua del rubinetto di 14 Paesi in tutto il mondo, e ha dimostrato che l’83% di questi è risultato positivo alla presenza di microplastiche.

Contenitori in plastica, sono pericolosi?

Infine, bisogna tener conto delle sostanze rilasciate dai contenitori di plastica, sostanze che finiscono inevitabilmente nel cibo e nelle bevande. Piatti, bicchieri e contenitori che usiamo comunemente, in particolari condizioni, costituiscono una fonte di microplastiche.

Qualche piccolo accorgimento? Non riutilizzare i prodotti monouso, evitare l’esposizione diretta ai raggi solari e non lasciare per troppo tempo cibi e bevande caldi a contatto con la plastica. Sono infatti questi i comportamenti più a rischio.

I pericoli della plastica nel cibo

Plastica nei cibi
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Non sono ancora noti gli eventuali effetti avversi delle microplastiche che ingeriamo. Questo perché gli studi in merito sono molto difficili da eseguire, sia per l’eterogeneità della popolazione sia per i tipi di plastiche da prendere in considerazione. Ad esempio, sappiamo già che alcune sostanze utilizzate per rendere più flessibile la plastica (come il bisfenolo A) sono nocive per la salute.

Quindi, come agire per limitare il problema? È evidente che non possiamo evitare del tutto la plastica negli alimenti, ma qualche piccolo accorgimento ci permetterà di ridurne la quantità. Via libera all’utilizzo di utensili e contenitori in vetro e in ceramica, soprattutto se a contatto con cibi bollenti. Anche per l’acqua minerale, prediligi le bottiglie di vetro.

Sull’alimentazione, il problema è più complicato. Evitare il pesce non è la soluzione, visti i tanti benefici di questo alimento. Ma è consigliabile consumarlo 2/3 volte la settimana, anche per il suo sempre più alto contenuto di metalli pesanti. E attenzione ai molluschi, che sono i più ricchi di sostanze inquinanti.

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ultimo aggiornamento: 10-03-2019


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