La pertosse è una malattia infettiva contagiosa. Scopriamo quali sono i sintomi e le possibili cure.

Tra le malattie di origine batterica non si può non citare la pertosse. Si tratta di una di quelle che hanno origine batterica e che si presentano solitamente in età pediatrica e sopratutto sotto ai 5 anni di età. Nota anche come tosse convulsa o tosse assassina, la pertosse ha origine da un batterio di nome Bordetella Pertussis. In alcuni casi, però, è possibile ammalarsi anche in età adulta.
Scopriamo, quindi, tutto quel che c’è da sapere su questa malattia e su come riconoscerla per tempo.

Pertosse: perché si chiama così

Il nome di questa malattia è strettamente legato al sintomo che più la caratterizza e che è, appunto, la tosse. Chi ne soffre, infatti, tossisce molto fino ad avere vere e proprie crisi tussive. Inoltre si tratta di una malattia dal decorso lento e che anche dopo la guarigione mantiene proprio il sintomo della tosse per più tempo. A volte si parla anche di diverse settimane, motivo per cui la pertosse viene chiamata anche la tosse dei 100 giorni.

tosse
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Quanto al contagio, come molte altre malattie infettive, la pertosse si trasmette tramite l’inalazione di goccioline di saliva infetta e quindi attraverso colpi di tosse, starnuti o anche il semplice parlare.
Una volta a contatto con una persona che ne soffre, il rischio di prenderla è del 90% essendo una malattia estremamente contagiosa.
L’incubazione, invece, dura all’incirca 10 giorni anche se si può parlare di un periodo di tempo che può andare dai 5 ai 20.

Quali sono i sintomi della pertosse

Questa malattia inizia solitamente con la presenza di catarro alla quale si aggiungono altri sintomi di tipo influenzale. A questi segue poi una fase parossistica che peggiora durante la notte rendendo il riposo davvero difficile.

Come già accennato, anche durante la guarigione e il così detto periodo della convalescenza, la tosse può restare comunque presente, seppur in forma sempre più lieve.
Volendo stimare i sintomi più comuni che si presentano nelle varie fasi di questa malattia, questi sono:

– Tosse catarrale
– Mal di gola
Febbre
Congestione nasale
– Senso di malessere generale
– Muco
Tosse con rantolo

In fase pediatrica questa malattia può risultare pericolosa per via della difficoltà nel respirare.
In casi più gravi può portare a polmonite, perdita eccessiva di peso, epilessia, apnea e disfunzioni renali.

Per questo motivo è stata predisposta una vaccinazione contro la malattia. Si tratta comunque di una malattia da non sottovalutare mai in quanto, con il tempo, l’immunità tende a scemare portando a possibili nuovi contagi. In caso di tosse insistente, quindi, è sempre molto importante assicurarsi di non avere la pertosse. Quando si presenta, infatti, la scelta più saggia è quella di intervenire in tempo al fine di non peggiorare i sintomi e di accorciare il decorso.

Per farlo basta rivolgersi al medico curante che dopo un’attenta anamnesi potrà predisporre un tampone nasofaringeo e delle analisi del sangue.

Come curare la pertosse

La terapia giusta per guarire il prima possibile dalla pertosse cambia in base all’età e ai sintomi di chi ne soffre. Per i più piccoli spesso può rendersi necessario il ricovero mentre, in età più adulta è possibile curarsi a casa con antibiotici, per le prime tre settimane e con il riposo e dei decongestionanti per il successivo periodo. È bene ricordare che superato il periodo vivo della malattia, l’antibiotico non si rende più necessario.

Per guarire più in fretta è importante dormire tanto (sopratutto di giorno viste le difficoltà notturne), assumere farmaci da banco per contrastare la febbre e bere molta acqua.
Anche una dieta sana e bilanciata può aiutare a non avere problemi di digestione e a trarre il giusto nutrimento dai cibi.

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ultimo aggiornamento: 16-03-2023


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