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Il parto distocico è il termine che si usa per indicare un parto complicato. Scopriamo in cosa consiste e tutto quel che è importante sapere a riguardo.
Quando si parla di parto distocico si intende un parto diverso da quello fisiologico (detto anche eutocico) poiché comprensivo di complicanze. Il suo essere difficoltoso può comportare delle vere e proprie emergenze ostetriche, motivo per cui è fondamentale che venga riconosciuto il prima possibile al fine di mettere in atto le giuste tecniche.
Ma cosa significa esattamente parto distocico? Ecco tutto quel che c’è da sapere.
Parto distocico: significato
Iniziamo con il dire che, in medicina, esistono due tipi di parti.
Il primo è il parto fisiologico o eutocico che è quello detto anche naturale e che, quindi, non necessita di alcun tipo di inervento per avere atto.
Il secondo è il parto distocitico ovvero quello non fisiologico. In questo caso, il parto presenta delle complicanze che necessitano di un intervento farmacologico o fisiologico.
Il termine distocia, infatti, indica un travaglio anormale o con difficoltà che sono solitamente causate da anomalie dell’apparato genitale o da problematiche insorte durante la gravidanza o, in casi più rari, proprio durante il parto. Andando ai motivi alla base del parto distocico, questi possono essere dinamici (ovvero causati da un problema nella capacità uterina) e meccanici (quando il bambino è posizionato male o è troppo grande rispetto la pelvi o altri organi).
Come rimediare ad un parto distocico
A prescindere dalla sua natura, un parto distocico necessita inevitabilmente di un intervento medico.
Questo può essere eseguito con modalità diverse che vanno dalla somministrazione di ossitocina (utile per stimolare la contrazione dell’utero), alla rottura delle membrane amniotiche.
In alcuni casi, le ostetriche possono essere d’aiuto anche facilitando il cambio di posizione, donando idratazione alla madre e fornendo antidolorifici. In casi più seri può essere necessario dover spostare il bambino per consentirgli di uscire, usare la ventosa (ricca di controindicazioni) o provvedere subito con un taglio cesareo che può avvenire in anestesia locale o totale.
In ogni caso, ciò che rimane invariato è l’intervento medico che deve essere il più possibile tempestivo e volto a risolvere il problema e tutto al fine di non mettere a rischio la vita di mamma e bambino.
L’importanza dell’ecografia in sala parto
Sempre più studi dimostrano che l’uso dell’ecografia in sala parto può fare la differenza nella prevenzione del parto distocico. La sua presenza in sala parto è infatti in grado di far ottenere una diagnosi immediata. Con l’ecografia intrapartum è infatti possibile ottenere da subito una visione concreta della posizione del bambino, della rotazione della testa e del canale del parto. Un modo più semplice e chiaro per portare avanti il travaglio senza il rischio di complicanze che, mostrandosi per tempo, possono essere risolte in modo più rapido e meno invasivo.
Argomento di cui si è discusso di recente all’Eutylia Academy dove l’esito è stato quello di auspicare per un incremento di questo strumento diagnostico così prezioso proprio nel momento finale della gravidanza.
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ultimo aggiornamento: 23-05-2023