Benessere
Nikefobia: in cosa consiste la paura di vincere
Sommario articolo
La nikefobia, più nota come paura di vincere, è una fobia ancora poco conosciuta. Scopriamo insieme di cosa si tratta e come superarla.
Si parla di nikefobia quando ci si trova davanti ad una vera e propria paura al pensiero di arrivare primi o di avere la meglio in una competizione. Il termine, contraddistinto dalle parole greche nike (vittoria) e phobos (fobia), riassume infatti il concetto di fobia al pensiero di vincere. Si tratta di un problema maggiormente diffuso tra gli sportivi ma che, in realtà, si può presentare in qualsiasi situazione della vita nella quale ci si trova davanti ad una competizione. Ad oggi ancora poco conosciuta, questa paura può limitare chi ne soffre. Motivo per cui è molto importante riconoscerla e mettere in atto tutte le azioni possibili per averne la meglio.
Quali sono i “sintomi” della nikefobia
La nikefobia, (come già accennato più comune negli ambienti sportivi) è una vera e propria paura di vincere. Chi ne soffre, pur avendo particolari dote sportive, non riesce quasi mai a raggiungere i livelli che ci si aspetta per tutta una serie di comportamenti volti a sabotarne le prestazioni.
Seppur poco nota, è una sindrome piuttosto diffusa tanto che da recenti stime, si pensa che almeno il 20% degli atleti ne soffra. Inoltre, è riconoscibile da tutta una serie di “segnali” che possono aiutare a comprendere se e quando c’è bisogno di agire.
Chi ne soffre, infatti, tende a dare il meglio di sé in allenamento per poi andare male durante le gare. Inoltre è evidente una predisposizione ad auto sabotarsi mancando agli appuntamenti sportivi più importanti o non seguendo le regole per arrivare freschi e pronti ad una gara.
In alcuni casi, può capitare che un atleta si infortuni accidentalmente proprio prima di una competizione o che faccia in modo di avere sempre una giustificazione per sé e per gli altri in caso di fallimento.
Il risultato è quindi quello di atleti che seppur bravi non riescono mai ad eccellere, arrivando sempre secondi o anche più in basso e tutto nonostante gli sforzi.
La nikefobia, infatti, è per lo più inconscia. Motivo per cui chi si auto sabota non sempre se ne rende conto. Anzi, in caso di vittoria, può subentrare addirittura un senso di colpa dato da una sorta di sindrome dell’impostore.
Le cause della nikefobia
Spesso, la nikefobia nasce da una mancanza di autostima per la quale ci si sente sempre non all’altezza e meno capaci di quanto non si è in verità. In questi casi la bravura, così come le aspettative degli altri, fanno scattare la paura di sbagliare e di deludere tutti. Situazione che porta a rimandare sempre il momento in cui dare davvero il massimo.
In altri casi, anche il timore di dover mantenere sempre uno standard alto può comportare questa fobia, così come quello di trovarsi davanti a delle nuove responsabilità. Volendo risalire a delle vere e proprie cause, queste si potrebbero quindi riassumere così:
– Scarsa autostima
– Paura di deludere gli altri
– Timore delle responsabilità
– Paura di non essere all’altezza
– Timore del futuro
– Paura di fallire
– Timore di lasciare ciò che si conosce per l’ignoto
Quando un atleta si trova davanti a queste paure, è molto importante che si interroghi a riguardo. Solo così potrà capire cosa teme davvero e avviare una sorta di “guarigione” dalla fobia, riuscendo finalmente a dare il meglio di sé.
Come superare la nikefobia
Quando ci si trova dinanzi ad una fobia, la prima mossa da compiere è quella di comprenderne le origini. Per farlo, la via più veloce è quella della psicoterapia. Attraverso un percorso mirato è infatti possibile analizzare se stessi e comprendere cosa scatena la paura. Fatto ciò si può agire su di essa e imparare ad affrontarla giorno per giorno iniziando da piccoli obiettivi per poi accrescerli sempre di più.
Agendo in questo modo, superare la fobia della vittoria sarà sempre più facile e consentirà di dare sempre il meglio sia in gara che in altre forme di competizioni. La paura della vittoria, come già accennato all’inizio, può presentarsi anche al di fuori del campo sportivo e in tutte le forme di competizioni. Da quelle scolastiche a quelle sul lavoro o nella vita stessa, ogni gara può innescare i comportamenti già visti. Comportamenti che se riconosciuti e affrontati possono portare, pian piano, a raggiungere gli obiettivi desiderati senza più paura e senza sensi di colpa in caso di vittoria.