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Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa del sistema nervoso. Scopriamo quali sono le origini e tutto ciò che è importante sapere a riguardo.
Tra le malattie degenerative più note c’è senza alcun dubbio il morbo di Parkinson. Descritto per la prima volta come “paralisi agitante”, la malattia prese poi il nome del suo scopritore che ne descrisse accuratamente i vari sintomi. Ad oggi, il morbo di Parkinson è una malattia altamente diffusa e per la quale non esiste ancora una cura definitiva. Ci sono, tuttavia, alcune cure che possono aiutare a rallentarla e ad alleviarne il più possibile i sintomi.
Morbo di Parkinson: di che malattia degenerativa si tratta
La malattia di Parkinson è legata ai movimenti che nel tempo vengono alterati in modo crescente fino a rendere estremamente difficile sia camminare che parlare o completare le azioni più semplici e quotidiane. Si tratta nello specifico di una malattia cronica, progressiva e irreversibile.
Secondo alcuni studi esistono delle correlazioni che portano a pensare ad una sorta di ereditarietà. Questa però non è ancora stata del tutto accertata visto che non si verifica di frequente.
Ad oggi, quindi, la comunità scientifica tende a considerare questa malattia come il frutto di una predisposizione genetica a cui si aggiungono determinate esposizioni a fattori ambientali che possono scatenarne l’evoluzione.
Infine è importante ricordare che il morbo di Parkinson è solo la forma più comune del parkinsonismo, ovvero un gruppo di malattie molto simili tra loro ma che si dividono tra quelle senza una causa apparente e quelle che, invece, derivano da determinate malattie già esistente. Avere uno o più sintomi, quindi, non porta direttamente alla diagnosi di morbo di Parkinson ma potrebbe essere collegato ad una forma di parkinsonismo da accertare e verificare.
In linea generale, il morbo di Parkinson, così come altre malattie legate al parkinsonismo sono legate a sintomi quali la rigidità degli arti, il tremore delle mani o di altre parti del corpo, la lentezza dei movimenti e l’instabilità o lo scarso equilibrio.
Possibili cause del morbo di Parkinson
Il morbo di Parkinson è legato alla degenerazione cronica e progressiva di alcune strutture del sistema nervoso centrale. Più diffuso negli uomini che nelle donne, al momento sembra essere diffuso in tutto il mondo con particolare presenza nei paesi sviluppati.
In alcuni casi, la sua comparsa è stata associata a traumi alla testa, all’esposizione a sostanze tossiche e a problemi come l’aterosclerosi cerebrale. Inoltre si tratta di una malattia che compare o peggiora con l’avanzare dell’età. In molte persone, i primi sintomi si notano infatti intorno ai 60 anni anche se non è da escludere che alcuni compaiano già molto prima ma in modo davvero poco evidente.
Benché non rientri tra le malattie ereditarie, chi ha più di un parente che ne soffre è da considerarsi a rischio. Questo rischio però ha una percentuale davvero molto bassa.
Infine, è possibile che in età giovanile si presentino alcuni dei problemi descritti prima. In tal caso si parla di parkinsonismo giovanile, diffuso per lo più in Giappone e i cui sintomi si possono tenere a bada con un farmaco. In tal caso, però, non si parla espressamente di morbo di Parkinson e la causa sembra essere legata alla mutazione di un gene.
I sintomi del morbo di Parkinson
Tornando al morbo di Parkinson, i sintomi sono diversi e tendono a presentarsi inizialmente in forma lieve e poi in modo sempre più evidente.
Tra quelli più noti ci sono:
– Tremore
– Rigidità degli arti
– Movimenti rallentati
– Scarsa flessibilità muscolare
Quando è ancora agli esordi, la malattia può quindi manifestarsi sporadicamente e con problemi che possono essere facilmente sottovalutati. Tra questi ci sono i lievi tremori, la difficoltà ad alzarsi dalla sedia o dal divano, il cambiamento nel modo di parlare, la stanchezza progressiva e la scrittura che tende a farsi più piccola e difficile da leggere. A questi sintomi se ne aggiungono anche alcuni di tipo emotivo come l’irritabilità senza motivo o la depressione.
Man mano che la malattia progredisce si va avanti con la mancanza di olfatto, la mancanza di espressione, la difficoltà a masticare o deglutire. A ciò si aggiungono i cambiamenti nel linguaggio e la rigidità sempre più evidente. Tra i sintomi meno noti ci sono poi i disturbi del sonno, la pelle che tende a diventare più grassa e la presenza di stitichezza o incontinenza. Ci sono poi i così detti sintomi da andatura parkinsoniana. Questi sono riconoscibili per i passi piccoli e veloci, la tendenza a sporgersi in avanti e l’oscillazione delle braccia sempre più ridotta.
È importante ricordare sempre che questi sintomi tendono a presentarsi in modo diverso da persona e persona. E che, allo stesso tempo, possono avere anche un’entità che varia in base a diversi fattori.
Come riconoscere il morbo di Parkinson e quali sono le terapie
Sebbene in alcuni casi i familiari o direttamente chi ne soffre potrebbero trovarsi ad avere dei dubbi in proposito, ciò che porta solitamente al riconoscimento della malattia è la presenza dei tremori sempre più costanti e diffusi. In particolare, tra i sintomi che se tutti insieme, aumentano la probabilità di trovarsi davanti a questa malattia sono appunto, il tremore, la rigidità muscolare e la lentezza nei movimenti.
In genere, dinanzi a questi sintomi, il medico predispone tutta una serie di esami (esiste anche un guanto robotico che sembra diagnosticarlo in anticipo) a cui può associare l’assunzione temporanea di levodopa. Quest’ultimo è un farmaco che agisce direttamente sui sintomi del Parkinson e che quindi, se in grado di ridurli, può a suo modo avvalorare la presenza della malattia.
Purtroppo, oggi, non esiste ancora una cura per il Parkinson.
Esistono però alcune terapie come la levodopa o altre in grado di riequilibrare i livelli di dopamina. Cosa che agisce direttamente sui sintomi alleviandoli.
In casi più gravi e rari è stato riscontrato che un intervento sul cervello (pallidotomia) può agire sempre sui sintomi pur non rappresentando una cura.
Per fortuna, molti casi necessitano dell’inizio delle cure solo dopo diversi anni dalla diagnosi di questa patologia. Inoltre, in alcune persone, la malattia impiega anche 20 anni o più nel progredire fino a diventare grave. Tuttavia, va ricordato che si tratta pur sempre di una malattia progressiva e che al momento non è ancora possibile fermare del tutto.
Andando alle stime sulla vita chi soffre di morbo di Parkinson ha le stesse probabilità di sopravvivenza. Non si tratta, quindi, di una malattia mortale. Va però ricordato che con l’avanzare del tempo può aggravarsi portando a problematiche che se non prese per tempo possono comunque causare la morte. Tra queste ci sono la polmonite e le possibili cadute dovute alla rigidità muscolare.
Per fortuna, la ricerca è sempre molto attiva in tal senso e non è da escludere che presto arrivino nuove possibilità. Nell’attesa è molto importante che chi soffre di questa malattia abbia tutte le cure necessarie ed il giusto sostegno psicologico. Ciò servirà infatti per affrontare questo percorso e per vivere al meglio la vita anche con l‘aiuto della musica e dell’arte che si sono rivelate davvero preziose.
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ultimo aggiornamento: 17-03-2023