Conoscere l’endometriosi e i sintomi che la contraddistinguono è molto importante. Scopriamo quali sono i principali e come agire quando si presentano.

Riconoscere l’endometriosi attraverso i sintomi è uno dei modi più importanti per diventare consapevoli di questa malattia. Ad oggi, infatti, si tratta ancora di una patologia per certi versi sconosciuta alla maggior parte dei medici. Motivo per cui chi ne soffre rischia di scoprirla dopo diverso tempo e di vivere episodi continui di dolore troppo spesso sottovalutati dai dottori.
Sebbene negli ultimi tempi, l’attenzione mediatica si sia fatta più forte riguardo i disturbi causati da questa malattia, la strada da fare è ancora lunga.
Un buon punto di partenza è quindi quello di informarsi quanto più possibile sull’endometriosi, le cause e le conseguenze che comporta in chi ne soffre.

Endometriosi: sintomi e conseguenze

La prima cosa da sapere, quando si parla di questa malattia, nota anche come infiammazione cronica benigna, è che si tratta di una condizione in cui il tessuto endometriale si trova fuori sede. Ovvero in organi diversi dall’utero o, se nello stesso, in porzioni in cui non dovrebbe essere.
Questo tessuto, a sua volta, nel corso del ciclo mestruale subisce le stesse modifiche dell’endometrio uterino portando ai classici sintomi, primo tra tutti il dolore pelvico.

ragazza con mal di pancia
ragazza con mal di pancia

Se si pensa all’endometriosi e alle cause che la contraddistinguono, i pareri sono discordanti e ancora in fase di studio. Secondo alcune teorie, le origini possono essere genetiche, legate al sistema immunitario o a mutazioni delle cellule per le quali non è ancora stata riscontrata una causa soddisfacente. Se si pensa ai fattori di rischio, invece, questi sono la familiarità con la malattia, i cicli irregolari, il menarca, la presenza di grandi quantità di estrogeni, etc…

La presenza di cisti endometriosiche nelle ovaie rappresenta solitamente un primo campanello d’allarme della malattia. In alcuni casi, l’endometriosi potrebbe essere presente solo dove visibile. In altri, però, potrebbe essere anche altrove come a livello intestinale, inguinale, etc…

Si tratta comunque di una malattia che può portare a conseguenze anche importanti (una tra tante l’infertilità) e che può alterare in modo importante la qualità della vita di chi ne soffre, portando a difficoltà sul lavoro e nelle relazioni, sopratutto per via dei dolori che per alcune donne, in base alla gravità della situazione, possono essere davvero insopportabili.

Per questo motivo, in presenza di dolori molto forti durante il ciclo e al di fuori di esso e in presenza di stipsi, diarrea, vulvodinia, dolore durante l’evacuazione o la minzione e cicli anomali è bene chiedere un parere al proprio medico curante in modo da poter proseguire con una visita presso un centro specializzato. Ad oggi è infatti stimato che questa malattia viene riconosciuta con una media di 7 anni di ritardo. Anni che possono fare la differenza nel suo sviluppo.

Endometriosi ovarica, cos’è e come riconoscerla

Si parla molto spesso di endometriosi ovarica, in quanto è la più facile da riconoscere.
Un medico attento e a conoscenza della malattia, può infatti individuarla anche da una normale ecografia transavaginale. Per alcune donne, la malattia può essere asintomatica ma nella maggior parte dei casi, i sintomi dell’endometriosi ovarica si riassumo in:

Dolore pelvico
– Stipsi o diarrea
– Dolore durante la defecazione o la minzione
– Presenza di sangue nelle urine
– Dolore durante i rapporti
– Infertilità

Tutti sintomi che dovrebbero spingere ad un approfondimento che può avvenire appunto tramite ecografia ma anche tramite risonanza magnetic o TAC effettuata da centri che sanno riconoscere la malattia.

Cure per l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia non curabile ma che si può trattare in diversi modi. Questi variano in base all’età, lo stile di vita, le esigenze della persona e la gravità della situazione.
Quando si è assenza di sintomi invalidanti e di cisti piccole, se non si cerca una gravidanza, viene solitamente prescritta una terapia ormonale specifica per il problema e alla quale si possono associare antidolorifici ed un’alimentazione mirata.

In altri casi può essere utile l’intervento tramite laparascopia (esame che consente anche di riconoscere la stadiazione della malattia). Scelta che viene presa insieme al medico.
In ogni caso, una volta riconosciuta la malattia, questa dovrà essere tenuta sempre sotto controllo. Se non operata è infatti importante controllarne l’evoluzione. Se operata è necessario verificare che non ci siano recidive, attualmente stimate nel 30% dei casi.

Riproduzione riservata © 2024 - NB

salute

ultimo aggiornamento: 12-04-2022


Dermatite irritativa: di cosa si tratta e come si cura

Da cosa dipende il prurito dopo la doccia e come evitarlo