I disturbi del comportamento alimentare sono una serie di malattie peculiari che vanno a deformare la concezione che si ha del cibo e del nutrimento.

Detti anche DCA, i disturbi del comportamento alimentare, o più semplicemente disturbi dell’alimentazione sono tutte quelle patologie che alterano le nostre abitudini legate alimentazione, e che sorgono a causa di una preoccupazione eccessiva riguardo il nostro peso, il nostro aspetto e la forma del nostro copro.

Si tratta di una serie di comportamenti, spesso diffusi durante l’adolescenza, e ne esistono di diversi tipi; in alcuni pazienti è possibile assistere anche a più patologie nello stesso tempo. Ma quali sono e come si riconoscono?

Quali sono i disturbi del comportamento alimentare

I principali disturbi sono la bulimia, l’anoressia e il disturbo da alimentazione incontrollata. I sintomi e i comportamenti di un soggetto affetto da questa patologia sono, fra i più comuni, il vomito come azione per dimagrire, l’uso di medicinali, lassativi o anoressizzanti per controllare il peso oppure, nel caso della bulimia, l’assunzione di quantità eccessive di cibo in un lasso di tempo molto breve.

Disturbi del comportamento alimentare
Disturbi del comportamento alimentare

Queste malattie sono molto ostiche da riconoscere all’inizio, poiché chi ne soffre tende, solitamente, a non chiedere aiuto, ma anche a non rendersi conto del proprio problema. Quando poi, però, gli effetti diventano evidenti e soprattutto visibili, allora la prima cosa da fare è aiutare queste persone e rivolgersi a degli specialisti, così da incominciare un percorso volto alla guarigione.

Ma questo tipo di disturbi ha una natura psicologica e spesso è associato a delle malattie psichiatriche: parliamo soprattutto di depressione, ansia e attacchi di panico, ma anche disturbi della personalità o il disturbo ossessivo compulsivo; fra le cause possono esserci anche una serie di comportamenti ed eccessi come abuso di sostanze stupefacenti o alcol. Per questo è importantissimo tenere sotto controllo i pazienti: questi, infatti, potrebbero presentare anche degli atteggiamenti autolesionistici, e nei casi più gravi, arrivare anche a tentativi di suicidio.

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ultimo aggiornamento: 27-01-2020


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