Benessere
Dismorfofobia, cos’è e quali sono i sintomi di questo disturbo psico-fisico
Sommario articolo
Il Disturbo Dismorfico Corporeo è la preoccupazione eccessiva per un difetto fisico immaginario. Scopriamo sintomi, cause e possibili cure della dismorfofobia.
La dismorfofobia è compresa nei disturbi somatomorfi. In sostanza è una condizione psico-fisica che prevede il manifestarsi di sintomi fisici che non sono giustificati. In pratica si tratta di un disturbo per il quale ci si preoccupa per un difetto, o deformazione fisica, che può essere minimo o immaginario. Normalmente i soggetti affetti da dismorfofobia si lamentano soprattutto per lievi difetti del viso, come acne, rughe, cicatrici o asimmetrie. Vediamo di capire meglio cosa provoca questo disturbo e come guarire.
Cos’è la dismorfofobia? Il significato
Come abbiamo anticipato, la dismorfofobia è una condizione che si contraddistingue per un’eccessiva e infondata preoccupazione per imperfezioni fisiche. I soggetti affetti da questa patologia non riescono ad osservare oggettivamente il proprio corpo, arrivando anche ad ingigantire questi difetti.
A livello globale la dismorfofobia interessa circa il 2% della popolazione e, nei casi più gravi, può spingere chi ne soffre a sottoporsi a interventi di chirurgia estetica. In generale però possiamo dire che le preoccupazioni riguardano soprattutto parti del corpo come:
-pelle
-capelli, peli e barba
-tutte le parti del viso
-seno
-gambe
-peso corporeo
Oltre ad individuare difetti fisici inesistenti, i malati di dismorfofobia credono di apparire non attraenti o addirittura orribili. Questo porta sviluppare comportamenti quali:
-confrontare il proprio aspetto con quello degli altri
-guardarsi ripetutamente allo specchio
-dedicarsi eccessivamente alla cura di sé
-fare acquisti compulsivi di prodotti di bellezza
-cambiarsi più volte d’abito o truccarsi eccessivamente
Le cause della dismorfofobia
Potrebbe sembrare strano ma non sembrano esserci delle cause precise alla base del disturbo della dismorfofobia. Secondo un recente studio, un ruolo centrale è svolto dalle condizioni socio-ambientali, come ad esempio trascuratezza e abusi subiti durante l’infanzia.
A questi fattori di rischio si aggiunge poi la predisposizione dei bambini con genitori affetti da sindromi ossessivo compulsive che potrebbero quindi sviluppare con più facilità la dismorfofobia.
Dismorfofobia: sintomi e diagnosi
Dal momento che la dismorfofobia è intesa come disturbo mentale, per diagnosticarla bisogna fare riferimento ai criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Secondo questo testo infatti, oltre alla preoccupazione per un difetto fisico, si possono riscontrare comportamenti ripetitivi in risposta a preoccupazioni legate all’aspetto.
Nella maggior parte dei casi poi, questa condizione causa un disagio clinico importante o incapacità nei rapporti sociali o lavorativi. Bisogna poi sottolineare che la dismorfofobia può assumere una forma differente negli individui di sesso maschile.
In questo caso si parla di dismorfia muscolare, ovvero un disturbo che provoca una preoccupazione cronica rispetto al fatto di avere una costituzione troppo esile. I soggetti interessati da questa sindrome praticano troppo esercizio fisico e arrivano a fare uso di steroidi o anabolizzanti per gonfiare il loro corpo, con gravi ripercussioni sulla salute.
Comorbilità e patologie connesse
Bisogna sapere che la dismorfofobia è una sindrome con una grande comorbilità, ovvero con la capacità di predisporre o provocare altri disturbi. Alcuni dei più noti sono disturbi del comportamento alimentare o della personalità, ma si potrebbero manifestare anche forte stress, ansia e calo del tono dell’umore.
Nei casi peggiori si sono riscontrati disturbi ossessivo compulsivi, fobia sociale, anuptafobia, depressione e addirittura idee suicide.
Dismorfofobia, come guarire: la cura
Come molti altri disturbi mentali la dismorfofobia può essere superata seguendo una terapia e, nello specifico, quella cognitivo-comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace. Questo trattamento prevede delle sedute con un terapeuta, che aiuterà il paziente a lavorare sulle modalità distorte con cui percepisce il proprio corpo.
Sarà necessario cambiare le credenze errate, arrivare all’accettazione del difetto, all’incremento dell’autostima e quindi ad una corretta auto-percezione. In ogni caso per seguire correttamente questo percorso sono fondamentali motivazione e impegno.
Fonte foto: https://www.pexels.com/photo/reflection-of-woman-s-eye-on-broken-mirror-2282000/