L’OMS ha inserito la dipendenza da videogiochi nell’elenco dei disturbi mentali: scopriamo quali sono le caratteristiche di questo problema.

Passare troppo tempo davanti ai videogame può essere un segnale di una pericolosa dipendenza: lo rivela l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha ufficialmente inserito il “gaming disorder” tra gli altri disturbi psicologici. A partire dal 2022, questo fenomeno sarà considerato a tutti gli effetti una patologia rientrante nella categoria dei disturbi mentali, comportamentali e del neurosviluppo. Attenzione, però, a non fare di tutta l’erba un fascio: essere un videogiocatore non significa automaticamente soffrire di dipendenza da videogiochi. Ecco quali sono i segnali da non sottovalutare.

Cos’è la dipendenza da videogiochi?

Già da anni si parla di una possibile forma di dipendenza legata all’abuso di videogame, tanto che in diverse parti del mondo ci si sta attrezzando con strutture idonee a disintossicarsi dal joystick. Ora il gaming disorder è realtà, e secondo alcuni studi, solamente in Italia sarebbero a rischio di soffrirne circa 270 mila persone.

La maggior parte dei casi riguarda ragazzini di sesso maschile e di età compresa tra i 12 e i 16 anni, ma questo disturbo è diffuso anche in fasce d’età diverse. Naturalmente, non basta amare i videogiochi e passare molto tempo davanti ad uno schermo per rientrare nello spettro della dipendenza. Ci sono videogiocatori professionisti, per esempio, che non manifestano alcun tipo di disturbo, così come semplici appassionati che non sviluppano gaming disorder.

I sintomi della dipendenza da videogiochi

Videogiochi nel telefono
Videogiochi nel telefono

Cerchiamo dunque di fare chiarezza: quando si può parlare di dipendenza? L’Oms ha stilato alcuni importanti parametri per individuare un comportamento disturbato. Affinché si possa arrivare ad una diagnosi, queste caratteristiche si devono manifestare per un periodo di almeno 12 mesi, a meno che i sintomi non siano particolarmente rilevanti in un lasso di tempo più breve.

Vediamo ora quali sono i segnali da tenere in considerazione. Il primo riguarda la compromissione del controllo sul gioco: il soggetto non riesce a resistere all’impulso di dedicarsi alla sua passione, ignorando qualsiasi regola sulla frequenza e sulla durata di ogni sessione – anche quelle autoimposte. Ad essere sospetta è anche la priorità che il videogame acquisisce rispetto ad ogni altro aspetto della vita quotidiana. Infine, si manifesta una continua escalation del gaming, nonostante le conseguenze negative di questo comportamento.

Dipendenza da videogame: le conseguenze

I rischi del gaming disorder sono sia di ordine psicologico che fisico. Chi ne soffre, tende ad isolarsi e a passare tutto il suo tempo con il joystick in mano. Ne risulta una drastica riduzione delle relazioni sociali e familiari. Inoltre, si manifesta spesso un aumento dell’aggressività e dello stress, causati dall’impossibilità di giocare compulsivamente in ogni momento della giornata.

Calo della memoria e dell’attenzione sono altri risvolti pericolosi della dipendenza da videogiochi, che si riflettono sulle prestazioni scolastiche o lavorative. A livello fisico, la sedentarietà e l’assenza di altri hobbies e attività conducono molto spesso ad ingrassare fino a raggiungere l’obesità. Inoltre il videogiocatore dipendente riduce le ore di sonno e può arrivare a soffrire di insonnia.

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ultimo aggiornamento: 07-11-2019


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