Benessere
Il diario della gratitudine: cos’è e come scriverlo per sentirsi meglio
Carta, penna e pensieri positivi: ecco l’occorrente per scrivere il nostro personalissimo diario della gratitudine. Anche se non ce ne rendiamo conto, ci sono innumerevoli le cose di cui dobbiamo essere grati…
Sono tantissimi gli psicologi che consigliano di scrivere giorno per giorno le pagine di un diario della gratitudine. Basta un semplice quadernetto e una penna per dedicare qualche minuto della nostra giornata, magari prima di andare a dormire, a scrivere tutti i momenti belli capitati nelle ore precedenti.
È necessario che ci concentriamo sui momenti che ci hanno fatto stare bene, quelli che ci hanno donato felicità, serenità e per cui, appunto, siamo grati. Focalizzarci sui momenti positivi, piuttosto che su quelli negativi, e scriverli su carta ci aiuterà ad avere un punto di vista più positivo riguardo agli avvenimenti che ci sono successi e alle persone che ci sono state vicine. Farlo servirà soprattutto nei periodi più difficili, quando tutto ci sembrerà andare per il verso sbagliato. Basterà sfogliare il nostro diario della gratitudine per sentirci subito più sollevati e grati per quello che abbiamo.
Come scrivere il diario della gratitudine
All’inizio spesso è la motivazione che manca. Basterà trovarla pensando che scrivere un diario della gratitudine può aiutarci non solo a ritrovare un po’ di serenità, ma anche per focalizzare l’attenzione sui modi per essere felici, su chi vogliamo essere e sui nostri obiettivi. Tutto dipende da come vogliamo scriverlo e utilizzarlo. Alcuni preferiscono fare un elenco puntato, una lista di pensieri positivi, altri preferiscono utilizzare la classica formula del “diario segreto“, magari in nostalgia dei momenti passati da bambini o da adolescenti.
Se non si ha abbastanza tempo da dedicare al diario della gratitudine, possiamo darci delle scadenze. Magari scriverlo ogni sera può impegnarci più tempo del previsto. Possiamo, quindi, decidere di scriverlo magari due o tre volte alla settimana, cercando comunque di non far passare troppo tempo tra una pagina e l’altra.