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Colpisce senza alcun preavviso e non lascia scampo. Si tratta di fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena, la malattia che ha ucciso Davide Astori.
La fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena è una malattia silenziosa, che colpisce improvvisamente. Alcuni studi hanno analizzato circa 800 casi di ragazzi sotto i 35 anni la cui morte è stata collegata a questa patologia, e il risultato sorprendente è stato che circa un centinaio di questi erano atleti. L’attività fisica aumenta infatti di ben 5 volte il rischio di decesso nelle persone che soffrono di questa malattia. E nel 20% dei casi non lascia tracce, così da rendere difficile la diagnosi.
È proprio questo il caso di Davide Astori, il capitano della Fiorentina. Lo scorso 4 marzo 2018, l’atleta è stato rinvenuto morto nella stanza d’hotel in cui soggiornava con il resto della squadra, poche ore prima di disputare il match con l’Udinese. Il calciatore è deceduto nel sonno a causa della fibrillazione ventricolare da cardiomiopatia aritmogena. Scopriamo qualcosa in più su questa malattia.
Cardiomiopatia aritmogena, cause e sintomi
Molti casi di morte improvvisa, soprattutto quelli che riguardano giovani atleti come Astori, Morosini e Puerta, nascondono spesso una cardiomiopatia aritmogena. Si tratta di una malattia genetica che ha origine da una displasia del ventricolo destro del cuore. È stata evidenziata una familiarità nella trasmissione di questa patologia.
Spesso la cardiomiopatia in questione è silente, l’unico segno che si può rinvenire è la presenza di fibrillazioni ventricolari, che possono rivelarsi fatali per il soggetto colpito. Sono due i tipi di aritmie conosciuti: la bradicardia e la tachicardia, entrambe caratterizzate da un battito cardiaco irregolare
La prima si manifesta con una diminuzione della frequenza dei cicli cardiaci. A seconda della sua durata, può essere più o meno grave: nei casi peggiori, può portare all’arresto cardiaco. Ed è ciò che è successo a Davide Astori. Al contrario, la tachicardia provoca un aumento improvviso della frequenza dei battiti cardiaci.
Come si diagnostica la cardiomiopatia aritmogena
Purtroppo, non sempre la malattia si manifesta in maniera evidente prima dell’episodio che conduce alla morte. L’elettrocardiogramma potrebbe dare un primo segnale d’allarme, quindi il medico procederà con ulteriori esami – l’ecocardiogramma e la risonanza magnetica.
Anche in questi casi, non è sempre possibile avere una diagnosi precisa. Le aritmie sono spesso benigne, e non è facile distinguerle da quelle che provocano invece il decesso per cardiomiopatia aritmogena.
Cardiomiopatia aritmogena, cure
Attualmente, l’unico modo per impedire che una fibrillazione ventricolare sia fatale consiste nell’impianto di un dispositivo di defibrillazione che, in caso di bisogno, fornisce uno shock elettrico al cuore tale da regolarizzare nuovamente il suo battito.
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ultimo aggiornamento: 20-11-2018