L’artrosi è una malattia degenerativa che è importante imparare a riconoscere. Scopriamone i sintomi e le possibili cure.

Quando si parla di artrosi si intende una malattia degenerativa che va riconosciuta in tempo al fine di evitare che peggiori nel tempo. Per riassumere in breve cos’è l’artrosi basta infatti pensare che si tratta di un problema legato alle articolazioni e quindi in grado di portare a problemi di movimento, rigidità articolare e dolore diffuso.
Nota anche come artrosi degenerativa, questa malattia colpisce di più le donne che gli uomini e tende a comparire dopo i 45 anni di età.

Artrosi: cause e sintomi

Tra le cause principali dell’alterazione artrosica c’è l’assottigliamento della cartilagine che riveste le varie articolazioni. L’assottigliamento porta ad una superficie ruvida che rende i movimenti più difficoltosi e dolorosi.

artrosi
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Andando ai sintomi, tra i più comuni ci sono i dolori e la difficoltà di movimento. In altri casi, però, possono presentarsi gonfiori e arrivare addirittura ad avere parti come le dita di una mano deformi. Che si tratti di artrosi diffusa o di quella legata ad una sola parte del corpo, questo problema è sicuramente impegnativo e comporta non pochi problemi a chi ne soffre.

Per questo motivo, già in presenza dei primi dolori è consigliabile rivolgesi al medico. Se presa per tempo, infatti, è possibile agire in diversi modi per rallentarne la velocità.

Come rallentare e curare l’artrosi

Per rimediare ai dolori da artrosi può essere molto utile cambiare lo stile di vita, mangiando in modo sano al fine di non ingrassare e facendo attività fisica, utile per mantenere al meglio le articolazioni. Tra le altre cose si possono assumere dei farmaci antinfiammatori che possono contribuire nell’alleviare il dolore. A ciò si può anche aggiungere la fisioterapia e in casi più estremi la chirurgia.

Tra i vari tipi di intervento ci sono la fusione articolare, l’artroscopia, l’osteotomia e l’artoprotesi, ovvero la sostituzione dell’articolazione mediante l’uso di una protesi. In tal caso sarà il medico che si occupa di questa patologia a scegliere l’opzione più indicata e adatta a migliorare la situazione in generale, rendendone l’evoluzione molto più lenta e gestibile nel tempo.

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ultimo aggiornamento: 03-09-2022


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