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Il quesito sulla possibilità di mangiare l’anguria in gravidanza è sempre molto forte, sopratutto quando arriva la bella stagione. Ecco cosa c’è da sapere a riguardo.
Quando si parla della possibilità di consumare l’anguria in gravidanza, è importante tenere a mente diverse informazioni riguardo questo frutto estremamente amato da tutti.
La prima cosa da sapere è che mangiare l’anguria in gravidanza è possibile. Si tratta infatti di un alimento ricco di proprietà benefiche e consigliato addirittura per la dieta.
Un frutto che però è importante conoscere bene al fine di introdurlo correttamente nel piano alimentare. Ecco, quindi, cosa è importante sapere quando si è in dolce attesa.
Come mangiare l’anguria in gravidanza
Consumare l’anguria in gravidanza è molto positivo in quanto si tratta di un frutto ricco di proprietà benefiche.
L’acqua che contiene lo rende una fonte di idratazione non indifferente e a ciò si aggiunge la sua alta digeribilità. Con poche calorie, si rivela un alleato della linea nonché un protettore da infezioni (come la cistite) che in gravidanza possono risultare particolarmente fastidiose.
L’anguria è inoltre ricco di magnesio, fosforo e potassio, minerali che quando si è in dolce attesa si rivelano particolarmente utili. Aiuta a contrastare il colesterolo alto ed è ottimo contro la pressione alta.
Ovviamente il suo consumo andrà sempre valutato con il medico. In caso di diabete gestazionale, ad esempio, può essere meglio moderarlo per via della presenza degli zuccheri.
Infine, per chi lo trova pesante può essere meglio preferirlo lontano dai pasti e sempre in piccole quantità. Detto ciò si tratta di un alimento che in gravidanza, salvo le dovute eccezioni, è sempre più che consigliato.
Anguria in gravidanza e toxoplasmosi
L’interrogativo più grande legato alla possibilità di mangiare l’anguria in gravidanza è quello legato alla possibilità di contrarre la toxoplasmosi. Trattandosi di un frutto dalla buccia molto spessa, i rischi sono davvero minimi. Tuttavia è sempre importante mantenere al massimo le norme igieniche che consistono nel lavarlo con cura e nel lavarsi sempre le mani dopo aver toccato la buccia. Piuttosto che mangiarlo a fette è quindi opportuno eliminarne la buccia e tagliarlo a pezzi in modo da poterlo consumare nella massima sicurezza.
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