Benessere
Anemia aplastica: cos’è e quali sono i sintomi da riconoscere
Sommario articolo
L’anemia aplastica è un tipo di anemia causata da un numero insufficiente di globuli rossi. Scopriamo da cosa dipende e quali sono i sintomi.
Quando si parla di anemia aplastica o anaplastica si intende la patologia che riguarda il midollo osseo e che è caratterizzata dalla carenza di globuli rossi, bianchi e di piastrine. Può essere idiopatica, ovvero non riconducibile a cause precise, o secondaria, cioè dovuta ad altre patologie. Inoltre può avere origini ereditarie o acquisite. Queste ultime possono dipendere da una gravidanza o dalla presenza di malattie autoimmuni. In altri casi, invece, possono arrivare da infezioni o dal contatto con sostanze nocive come i pesticidi, il benzene e altre che in alcuni soggetti possono predisporre appunto all’anemia aplastica.
Anemia aplastica: i sintomi che è importante imparare a riconoscere
Questo tipo di anemia è spesso difficile da diagnosticare in quanto ha decorsi molto diversi.
Può presentarsi all’improvviso o in modo graduale portando a sintomi che, almeno per gravità, appaiono diversi tra loro. Tra quelli più comuni ci sono:
– Pallore
– Eccessiva stanchezza
– Vertigini
– Emicrania
– Nausea
– Eruzioni cutanee
– Aritmie
– Epistassi
– Petecchie
– Sanguinamento delle gengive
– Facilità nel prendere le infezioni
– Senso di malessere generale
Questi possono variare in base alla carenza più grande che si ha tra globuli bianchi, rossi e piastrine e in base alla gravità con cui si manifesta l’anemia.
Come ottenere una diagnosi di anemia aplastica e cosa fare
Come già accennato, l’anemia anaplastica non è sempre facile da riconoscere. In genere, oltre a un’attenta anamnesi servono infatti una serie di controlli come l’emocromo con indagine della presenza di valori come il ferro, l’acido folico e la vitamina B12. C’è poi la biopsia del midollo osseo con ago aspirato che in caso di sospetti ne da la conferma.
In caso di anemia conclamata esistono diversi tipi di trattamento che vanno dall’eliminazione di farmaci o sostanze che, in alcuni casi, possono causarla e fino alle trasfusioni di sangue. C’è poi anche anche la terapia immunosoppressiva e in casi più gravi il trapianto del midollo osseo.
In genere, il tipo di trattamento viene scelto in sintonia con il medico e in base a diversi fattori come età, stile di vita e, ovviamente, gravità della situazione.