Benessere

Tiroide disomogenea: cosa significa e come si riconosce

La tiroide disomogenea rientra tra le tante problematiche che possono interessare la tiroide. Scopriamo insieme cosa significa e a cosa può portare.

Parlare di tiroide disomogenea significa indicare una tiroide che ad un esame ecografico non appare esattamente nella norma. In casi lievi il problema può essere tenuto semplicemente sotto controllo al fine di verificarne il corretto andamento.
Nella maggior parte dei casi, però, una tiroide disomogena ha il significato di un organo che presenta uno o più noduli che possono essere regolari o irregolari. Situazione che andrà ovviamente tenuta sotto controllo con esami periodici o approfondita subito (qualora il medico lo ritenesse opportuno) con esami più approfonditi.

Quando si parla di tiroide ipoecogena e disomogenea

Una tiroide ipoecogena e disomogenea è solitamente interessata dalla presenza di noduli che possono rivelarsi pericolosi.

visita medico tiroide

Il nodulo ipoecogeno, infatti, ha la particolarità di riflettere pochi ultrasuoni, comportandosi diversamente dagli altri. Questo aspetto è visto come possibile segno di malignità dello stesso, sopratutto se ciò avviene in presenza di margini irregolari.
Per questo motivo è molto importante che, in caso di dubbi, all’esame ecografico seguano ulteriori controlli di approfondimento.

Anche una tiroide piccola e disomogenea merita opportuni controlli. In particolare riguardo la sua funzionalità e l’assenza di ipotiroidismo. Tutti aspetti che sono rilevabili attraverso l’ecografia e degli esami del sangue mirati.

Come prendersi cura della tiroide

Valutare la struttura e la funzionalità della tiroide è sicuramente un aspetto importante.
In genere, ciò viene fatto solo se in presenza di sintomi, di gonfiori nella zona interessata o di problemi che possono far pensare ad un funzionamento anomalo da parte della ghiandola.

Una volta eseguita l’ecografia, se ci si trova dinanzi ad anomalie è molto importante continuare a tenerle sotto controllo anche se non considerate gravi. In genere è il medico stesso a suggerire una cadenza regolare per le visite di controllo che nella maggior parte dei casi riguardano gli esami del sangue per il controllo di TSH e altri ormoni tiroidei e l’ecografia, volta a verificare l’assenza di cambiamenti rispetto alla problematica precedentemente riscontrata.

Solo in casi gravi, e solitamente verificati da altri esami, si può pensare a cure farmacologiche o eventuali interventi chirurgici.

Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in ogni sua forma. Tra i suoi tanti interessi c'è da sempre quello della ricerca del benessere che persegue attraverso la sana alimentazione e le proprietà degli alimenti.

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