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Terapia citoriduttiva: cos’è, a cosa serve e come funziona la terapia utilizzata per contrastare tumori e leucemie.
Tra le terapie utilizzate per la cura farmacologica di tumori e leucemie esiste anche la terapia citoriduttiva. A rendere noto questo tipo di trattamento a livello nazionalpopolare è stata la malattia che ha colpito Silvio Berlusconi. L’ex premier italiano, durante la sua lotta contro la leucemia mielomonocitica cronica, la rara forma di leucemia che lo ha colpito, è stato sottoposto anche a questo tipo di cura utilizzato solitamente per contrastare le neoplasie mieloproliferative e le patologie affini, ovvero i tumori del midollo osseo e del sangue. Scopriamo insieme in cosa consiste e come funziona.
Terapia citoriduttiva: cos’è e come funziona
La terapia citoriduttiva, anche nota come terapia di riduzione del volume tumorale, è un trattamento utilizzato per ridurre le dimensioni di un tumore in pazienti affetti da cancro. Questo tipo di trattamento può essere utilizzato in diverse situazioni, ad esempio, per ridurre la massa di un tumore prima di un’operazione chirurgica, per alleviare i sintomi del cancro o per migliorare l’efficacia di altri tipi di terapie come la radioterapia o la chemioterapia.
La terapia citoriduttiva può essere effettuata in diversi modi. Solitamente viene attuata attraverso l’uso di farmaci specifici. Il metodo scelto dipende dalle dimensioni e dalla posizione del tumore, dalla storia clinica del paziente e dalla gravità della malattia. In ogni caso, l’obiettivo principale della terapia citoriduttiva è ridurre la massa del tumore per migliorare l’efficacia degli altri trattamenti o per alleviare i sintomi del cancro. Questa terapia, che non è risolutiva, viene infatti usata per “tenere a bada” la malattia, limitando la proliferazione anomala di cellule immature.
Quali farmaci vengono utilizzati
Secondo uno studio presentato al Congresso Europeo di Ematologia del 2022, l’hydroxyurea è il farmaco più scelto per questo tipo di terapia, anche se esistono anche altri farmaci in grado di svolgere analogo compito. Nel contesto della policitemia vera, un’altra malattia in cui si utilizza la terapia citoriduttiva, è stato dimostrato adesempio che il ropeginterferon alfa-2b ha una maggiore tollerabilità e una frequenza di dosaggio ridotta rispetto ad altri interferoni.
Tuttavia, per quanto riguarda le leucemie è proprio l’idrossiurea il farmaco solitamente utilizzato. Si tratta di un chemioterapico disponibile in capsule che può ridurre le cellule prodotte dal midollo osseo, grazie al fatto di essere un inibitore della sintesi del DNA che interferisce con determinati enzimi. L’azione di questa terapia, bloccando il numero di globuli bianchi anomali, permette di raggiungere due benefici per il paziente: crea spazio per i globuli sani e libera posto per globuli rossi e piastrine. Per questo motivo viene spesso utilizzata in casi di questo tipo.
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ultimo aggiornamento: 12-04-2023