Uno studio tedesco ha evidenziato che i tatuaggi liberano delle nanoparticelle, che attraverso il sangue arrivano ai linfonodi. Vediamo quali sono i rischi.

Che i tatuaggi non fossero privi di rischi lo sapavamo già, ma a quanto pare vanno al di là delle possibili infezioni e reazioni allergiche.

Un recente studio condotto dall’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr), pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports, ha evidenziato come alcuni inchiostri usati liberino minuscole particelle, dette nanoparticelle, che attraverso il sangue raggiungono i linfonodi, provocando alterazioni. Vediamo meglio quali sono i rischi.

Tatuaggi: gli effetti collaterali sui linfonodi

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Per il momento, l’unica certezza riguardo la presenza di queste nanoparticelle nei linfonodi è che ne causano un rigonfiamento cronico. “Era noto che gli inchiostri dei tatuaggi possono provocare pseudolinfomi, e cioé l’ingrossamento dei linfonodi. – ha spiegato Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis del gruppo San Donato a Milano, al Corriere.it – È una conseguenza tipica di quando entra nell’organismo una sostanza esterna che entra nel circuito linfatico fino ad arrivare ai linfonodi”.

Lo studio, quindi, non ha fatto altro che confermare definitivamente quello che già da tempo si sospettava. Ma quanto è pericoloso questo rigonfiamento dei linfonodi? Sempre secondo il Dottor Di Pietro, di solito l’infiammazione dei linfonodi si risolve da sola con il tempo, ma quando il disturbo diventa cronico, il sistema immunitario può essere compromesso.

“Le particelle di inchiostro, entrando nel sistema linfatico possono ipoteticamente raggiungere i vari organi – ha aggiunto Di Pietro – ma le conseguenze al momento non sono note e sarà certamente oggetto di studi futuri”.

Per ora, quindi, non c’è nulla di certo. In ogni caso, quando ci si rivolge ad un tatuatore, è bene non solo controllare che siano rispettate le norme d’igiene, ma anche che utilizzi inchiostri di qualità, privi di sostanze tossiche.

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ultimo aggiornamento: 08-10-2017


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