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Abbassare lo stress sul lavoro è importante quanto seguire una dieta sana e fare attività fisica: i conflitti con il capo possono danneggiare gravemente la salute.
Hai mai sentito dire dal tuo capo che senza di lui la società sarebbe affondata? O che sei stato fortunato ad avere ancora il lavoro dopo che ti ha rimproverato? Congratulazioni, sei l’impiegato di un capo tossico. Ma non nel senso che è rischioso per la tua autostima, no. Tossico proprio nel senso di mortale.
Aziende stressanti
Alcune ricerche suggeriscono che lo stress sul posto di lavoro è pericoloso quanto respirare del fumo passivo. Questa tensione, anche se a volte si associa solo per certe professioni, deriva dal rapporto conflittuale con il capo.
Gli americani hanno raccolto dei dati sul proprio paese che fanno impallidire. 120 mila persone muoiono ogni anno per cause legate allo stress da lavoro. Per questo motivo, le spese ospedaliere sono di oltre 190 miliardi di dollari. L‘Università di Harvard e la Stanford University hanno collaborato insieme per realizzare uno studio scientifico per quantificare questo danno. Per farlo, hanno attinto a circa 228 report sulle relazioni tra capi, ambiente lavorativo e umore dei dipendenti.
Cause di malumori che ricadono sulla salute
I ricercatori hanno identificato diverse situazioni che creano stress ai dipendenti. Tra queste c’è l’insicurezza del posto di lavoro, che può danneggiare la salute fino al 50%. Un altro fattore che destabilizza l’organismo è l’incapacità di conciliare la vita professionale a quella familiare. Che colpisce circa il 90% dei lavoratori degli Stati Uniti.
Inoltre, la maggior parte dei dipendenti tace di fronte ad un maltrattamento subito dal capo. E questo nuoce gravemente al fisico.
I risultati dello studio sono stati devastanti. Tanto che uno dei ricercatori, Stefanos Zenios, della Stanford, ha affermato che lo stress da lavoro può essere già considerato una delle principali cause di morte negli Stati Uniti d’America. Dati che lo avvicinano molto agli incidenti e alle malattie cardiache.
Ore criminali
Hanno anche osservato che le lunghe giornate lavorative aumentano del 20% il rischio di mortalità. Gli scienziati hanno concluso, dopo aver analizzato 600 mila partecipanti, che coloro che lavorano più di 55 ore a settimana sono più a rischio di malattie cardiovascolari rispetto a quelli che ne fanno 35 e 40.
Nello specifico: il 33% è più a rischio di subire un ictus. Il 13% di avere problemi coronarici e cardiaci. Queste cifre spiegano perché i lavoratori con orari più lunghi hanno maggiori probabilità di avere incidenti stradali, sviluppare una depressione e persino abusare di alcol.
Monitorare lo stress
Oggi molte aziende promuovono abitudini di vita sana come fare attività fisica o seguire una dieta equilibrata. Questi nuovi programmi sono utili e necessari per la salute. Tuttavia, se poi si ignora lo stress provocato sul posto di lavoro, si vanificano tutti questi buoni propositi.
Inoltre, un pessimo capo mette a rischio l’economia dell’azienda e persino il sistema sanitario. Un gruppo gestito da un datore di lavoro non bravo rende meno in termini di produttività. E crea maggior assenteismo sul lavoro. Lo stress provoca malattie e queste, a loro volta, gravano sullo Stato.
I dipendenti a rischio di morte sono quelli che devono subirsi il capo. Perché non vogliono mettere in pericolo il posto di lavoro e, di conseguenza, la propria sopravvivenza. Ma è ironico, perché è proprio questo meccanismo, che probabilmente, li ucciderà.
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/portatile-donna-educazione-studio-3087585/
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