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Sonno polifasico: cosa c’è da sapere sul riposo intermittente
Sommario articolo
Il sonno polifasico è una pratica sempre più diffusa che ha sia pregi che rischi. Scopriamo insieme come funziona e cosa è importante sapere a riguardo.
Quando si parla di sonno polifasico si intende la pratica che porta a dormire più volte al giorno coi tempi e intervalli sempre diversi. In pratica, si tratta di un modo di riposare del tutto diverso e che invece di essere monofasico (il modo di dormire che tutti conosciamo) diventa invece polifasico, ovvero con diverse sessioni di riposo che si alternano durante il giorno.
Anche se non sembra, si tratta di una modalità sempre più diffusa ma che, proprio per questo, è davvero importante imparare a conoscere. Scopriamo, quindi, tutto ciò che riguarda questo modo di dormire, quali sono le differenziazioni da fare e da quali rischi stare in guardia.
Dal sonno monofasico a quello polifasico: tutto quel che c’è da sapere
Normalmente, la fase del sonno che tutti conosciamo e che va, quindi, dalla sera alla mattina successiva è detta sonno monofasico. Si tratta infatti di un unico momento della giornata in cui si va a dormire e si riposa per circa otto ore. Molte persone, pur non sapendolo, seguono invece il sonno bifasico che è caratterizzato dalla fase appena descritta e alla quale si aggiunge un riposo più breve svolto solitamente al pomeriggio.
Si parla, invece, di sonno polifasico, quando le volte in cui ci si mette a letto con l’intento di dormire, sono più di due e svolte nel corso della giornata.
Ogni fase, in genere, è di più di due ore al giorno e si può ripetere ad intervalli più o meno regolari per circa tre o quattro volte, comprendo sia le ore diurne che quelle notturne.
Come attuare il sonno monofasico
Iniziamo con il dire che i neonati vivono in modo del tutto naturale questo modo di dormire, alternando momenti di sonno di circa 3 ore e ripetuti più volte al giorno. Allo stesso modo, il regno animale è ricco di esempi di questo tipo. Questo metodo viene inoltre usato anche dai soldati o da chi, per necessità lavorative, si trova a dover essere spesso vigile o a dove dormire per meno tempo.
Di modalità di sonno polifasico, quindi, ce ne sono tantissime e possono avere cause diverse.
Trattandosi di una modalità scelta in modo autonomo da poco tempo, gli studi in atto sono ancora pochi e con risultati non chiari. Secondo alcuni, dormire in questo modo consentirebbe di ridurre le ore di sonno restando comunque efficienti. Secondo altri, invece, è una modalità che può essere messa in pratica per brevi momenti della vita e che alla lunga può risultare stressante, sopratutto se si vanno a limare le ore di riposo.
D’altro canto, altri studi dimostrano che per alcune persone, un sonno di tre o quattro ore a notte con piccoli sonnellini diurni da mezz’ora ciascuno sia in grado di migliorare la memoria e la produttività.
Quali sono le modalità di sonno polifasico più note
Come già accennato, il sonno polifasico può essere gestito in modalità e tempi ben diversi tra loro. Per questo motivo, ne esistono alcune più note e diffuse di altre.
La modalità Dymaxion prevede, ad esempio, quattro sessioni di sonno da mezz’ora da intervallare ogni sei per e per un totale di 2 ore di sonno in tutto.
La modalità Everyman, invece, è fatta di blocchi di sonno da tre ore a notte con sonnellini da 20 minuti durante il giorno per un totale di 4 ore di sonno in tutto.
A prescindere dalla modalità, è chiaro che si tratta di poche ore di sonno che, per la maggior parte delle persone, alla lunga, risulterebbe deleteria sotto diversi aspetti. Detto ciò, la storia porta diversi esempi di personaggi talentuosi che dormivano seguendo un ritmo polifasico. Da Thomas Edison a Leonardo da Vinci, i personaggi che per motivi più disparati si trovavano a riposare in questo modo sono tanti.
I rischi del sonno polifasico
Per sua stessa definizione, il sonno polifasico porta a dormire meno delle otto ore che ogni adulto necessita per un ritmo circadiano corretto. Ciò può portare a senso di sfinimento, scarsa concentrazione, depressione e aumento dello stress.
La prima cosa da considerare, quindi, è che il sonno polifasico può essere una risorsa solo in alcune circostanze o quando si è costretti, ad esempio per motivi lavorativi, a spezzare il normale ritmo a causa di turni notturni. In altri casi può essere utile quando si prepara un esame e ci si trova a dormire poche ore a notte. Il tutto però andrebbe sempre studiato e valutato sul singolo individuo.
Ognuno di noi, ha infatti esigenze e modalità di adattamento diverse. Motivo per cui il sonno polifasico può essere sia una risorsa che un problema. Sopratutto se pensiamo a come i disturbi del sonno siano in grado di abbassare la qualità della vita, arrivando a rendere necessaria quella che viene chiamata igiene del sonno. E che è, a tutti gli effetti, un modo per dormire bene e, sopratutto, per le giuste ore.