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Se non curata tempestivamente, può avere conseguenze fatali: ecco che cos’è la sindrome da shock tossico e come si manifesta.
La sindrome da shock tossico (TSS) è una malattia infettiva di origine batterica, oggi fortunatamente piuttosto rara. Sebbene possa colpire praticamente chiunque, i soggetti più a rischio sono le donne in età fertile. La sua insorgenza è infatti spesso connessa all’uso di tamponi vaginali. È fondamentale arrivare ad una diagnosi il prima possibile, perché questa malattia può avere esiti molto gravi, fino a portare alla morte. Cerchiamo di fare chiarezza sulla sindrome da shock tossico.
Cause e sintomi della sindrome da shock tossico
Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi che si verifica ai nostri giorni la causa scatenante dell’infezione è l’utilizzo di assorbenti interni come i tampax. Non è ancora chiaro il legame tra sindrome da shock tossico e coppetta mestruale: pare infatti che in almeno un caso questo dispositivo abbia provocato l’infezione.
La malattia ha origine quando l’organismo viene esposto ad una tossina molto pericolosa prodotta da alcuni particolari batteri: lo Stafilococco aureo e lo Streptococco beta emolitico di gruppo A – quest’ultimo è il più raro, ma anche il più pericoloso. Dopo quanto si manifesta la sindrome da shock tossico? La comparsa dei sintomi è solitamente improvvisa e avviene più frequentemente tra i terzo e il quinto giorno del ciclo.
I sintomi principali di questa infezione sono la febbre molto alta e l’ipotensione, spesso collegati a manifestazioni cutanee presenti soprattutto sulle mani e sui piedi. Altri segni della malattia possono essere: tachicardia, dispnea, cefalea, vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori muscolari, perdita di sangue vaginale.
Le complicazioni della sindrome da shock tossico
Se non curata in maniera tempestiva, la malattia può compromettere il funzionamento degli organi interni e scatenare gravi complicazioni quali insufficienza respiratoria o cardiocircolatoria, danni ai reni e al fegato, encefalopatia.
La sindrome provocata da Stafilococco presenta una mortalità del 5%, mentre la forma streptococcica ha più frequentemente esito fatale (nel 70% circa dei casi). Per questo motivo è fondamentale prestare attenzione all’eventuale insorgenza dei sintomi correlati alla malattia e comunicarli immediatamente al proprio medico.
La terapia per la sindrome da shock tossico
Una volta individuato il batterio responsabile della malattia, è necessario procedere con una terapia farmacologica adeguata. Il primo passo consiste nell’assumere l’antibiotico specifico per combattere l’infezione, per poi arginare eventualmente i danni che si sono verificati a carico degli organi interni.
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