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Se fino a qualche anno fa incontrare uno psicologo era qualcosa da nascondere, sembra che le cose stiano cambiando.
Al giorno d’oggi è infatti più frequente che le persone parlino senza imbarazzi della propria esperienza di psicoterapia. Questo è vero in particolare per le generazioni più giovani, che sui social media raccontano e condividono le proprie vulnerabilità. In generale, a poco a poco scomparendo l’idea che lo psicologo sia “il medico dei matti”, e sono ormai numerose le persone che iniziano un percorso di crescita personale.
Perché la psicoterapia è diventata popolare
Nel ricercare le cause della recente popolarità della psicoterapia è impossibile ignorare l’effetto della pandemia sulla salute mentale delle persone. Diversi studi indicano un deciso aumento dei sintomi di ansia, depressione e stress nella popolazione, e gli effetti a lungo termine dell’emergenza sanitaria non sono ancora chiari. Sicuramente la situazione di incertezza, paura, perdita di controllo in cui ci siamo trovati ha spinto tanti a chiedere aiuto a uno psicologo, magari per la prima volta.
Al tempo stesso, la diffusione di piattaforme di psicoterapia in rete ha rivoluzionato le modalità di utilizzo di questo tipo di servizio. Rispetto alle tradizionali sedute in studio, è molto più semplice parlare con uno psicologo online di Serenis Health comodamente da casa, nella massima privacy e mantenendo il distanziamento sociale. La psicoterapia online è accessibile a chiunque abbia una connessione a internet, fa risparmiare tempo e stress perché non serve spostarsi, e costa generalmente meno di una seduta di persona. Non sorprende, quindi, che tanti si siano decisi a provare questa esperienza nuova per prendersi cura della propria salute mentale.
Aumenta la consapevolezza di problemi e soluzioni
Un altro fattore che contribuisce alla popolarità della psicoterapia è una consapevolezza più diffusa riguardo alle malattie mentali e ai trattamenti disponibili. Diagnosi di ansia, burnout sul lavoro e depressione contribuiscono spesso alle assenze per malattia, con un impatto non indifferente sull’economia. Secondo alcune stime, entro il 2030 la depressione potrebbe diventare la principale causa di giorni di lavoro persi per disabilità. È spesso nell’interesse delle stesse aziende, dunque, fornire supporto psicologico ai propri dipendenti per assicurarsi che siano in grado di lavorare e rimanere produttivi.
Oltre a una conoscenza maggiore dei problemi di natura psicologica, anche la ricerca delle soluzioni ha fatto passi da gigante in questi anni. Esistono infatti numerosi studi e meta-analisi sull’efficacia di diversi metodi di terapia, grazie ai quali è possibile trattare vari disturbi con un approccio scientifico e basato sui dati. Un tipo di terapia che si dimostra particolarmente utile è quello cognitivo comportamentale, che mira a fornire ai pazienti strategie per affrontare emozioni negative nel quotidiano anche al di fuori del contesto terapeutico.
Passi avanti contro lo stigma
Nonostante questi indubbi progressi, purtroppo lo stigma verso la psicoterapia non è del tutto svanito. Per tanti, vedere uno psicologo non è ancora un normale modo di prendersi cura di sé, come ad esempio andare dal dentista. È ancora comune pensare che la propria situazione non sia abbastanza grave da necessitare aiuto esterno, convincendosi così che la cosa giusta da fare sia affrontarla da soli. Molte persone vorrebbero iniziare un percorso di psicoterapia, ma sono bloccate da un senso di vergogna o imbarazzo. È indubbio però che l’argomento della salute mentale stia diventando più mainstream, come dimostra anche il numero crescente di celebrità internazionali e nostrane che hanno raccontato le loro storie di disagio psicologico. Questo cambiamento in atto nella nostra società sarà probabilmente guidato dai giovani, che dimostrano di saper accettare la propria vulnerabilità senza considerarla una debolezza. Saranno forse loro a insegnare ai genitori che la cura di sé vuol dire anche crescita interiore attraverso la psicoterapia.
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