Alimentazione

Ricotta in gravidanza, sì o no? Cosa sapere per non sbagliare

Si può mangiare la ricotta in gravidanza? In linea di massima, sì. Per non correre rischi, però, è necessario avere alcune accortezze.

Una delle domande che ci spone spesso quando si è in dolce attesa è se è possibile mangiare la ricotta in gravidanza. Questo alimento è infatti leggero e saporito, perfetto in molte occasioni e ben tollerato in caso di nausea o di pesantezza.
Riguardo alla possibilità di consumarla o meno in gravidanza la risposta è affermativa a patto che sia abbiano alcune accortezze durante l’acquisto del prodotto. In caso contrario, infatti, sia la mamma che il nascituro potrebbero avere alcuni problemi piuttosto seri. Vediamo a cosa è necessario fare attenzione e cosa si rischia.

Ricotta in gravidanza: concessa o vietata?

Ricotta in gravidanza sì o ricotta in gravidanza no? E’ questa una delle domande più gettonate tra le gestanti. E questo perché quando si è il dolce attesa ci sono diversi gli alimenti che non si possono mangiare. Ciò dipende dal fatto che alcuni cei cibi più comuni potrebbero provocare problemi sia alle future mamme che al feto. Pertanto, quando si scopre di essere incinta è bene conoscere la lista dei cibi che vanno assolutamente banditi dalla tavola. Tornando alla ricotta, è importante sapere che questa è concessa soltanto se a base latte pastorizzato. Ancor meglio se si opta per un prodotto italiano, proveniente da filiera controllata e se si evitano quelle artigianali delle quali non si è sicure.

formaggio ricotta

E’ bene sottolineare che la ricotta è un latticino ricavato dalla seconda bollitura del siero, motivo per cui non è un alimento vietato durante i nove mesi di gestazione. È altresì importante ricordarsi di evitare quelle fresche e di scegliere solo quella ottenuta da latte pastorizzato perché in caso contrario potrebbero esserci seri rischi di contaminazioni batteriche.

Ricotta in gravidanza e toxoplasmosi: i rischi

La ricotta di pecora in gravidanza, così come quella di mucca, deve essere prodotta con il metodo della bollitura del siero. Questo, vale la pena ribadirlo, significa che il latte utilizzato è solo quello pastorizzato. Importantissima è anche la conservazione, che deve avvenire in determinate condizioni. Quando il siero non è quello richiesto ed è presente una scarsa igiene si va incontro a contaminazioni batteriche, che potrebbero portare brutte infezioni, come la toxoplasmosi e la listeriosi. Queste due malattie, se prese nel corso della gestazione, possono causare diverse problematiche, quali: parto prematuro, aborto e malformazioni del feto. Per questo motivo è sempre bene scegliere con cura la ricotta da consumare, controllarne il metodo di preparazione e informarsi, se serve, con chi la produce. In questo modo mangiarla sarà più sicuro e rilassante.

In conclusione, quindi, via libera alla ricotta in gravidanza, a patto che sia fatta con latte pastorizzato e che sia appartenente ad una filiera controllata. Ultima raccomandazione: preferiee la ricotta vaccina a quella di pecora, specialmente se la consumate spesso, perché è più leggera e digeribile. Inoltre il suo sapore meno forte (a meno di non amare quella di pecora proprio per questo) la rende più adatta anche a periodi di nausea o in cui si preferiscono sapori non troppo decisi.

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