Benessere
Placenta bassa: di cosa si tratta e quando preoccuparsi
Sommario articolo
La placenta bassa è una condizione che è importante tenere sempre sotto controllo. Scopriamo il perché e come agire.
Quando si parla di placenta bassa, quest’ultima si trova nella parte inferiore dell‘utero e in prossimità della cervice. Una condizione che può portare a delle complicanze che è importante non sottovalutare ma che al contempo, nella maggior parte dei casi, possono essere gestite in modo semplice e con buoni risultati. La prima cosa da fare, in caso di sospetti, è quindi quella di sentire il parere del medico e seguirne così le indicazioni. Così facendo è possibile diminuire i possibili rischi e vivere la gravidanza nel miglior modo possibile.
Placenta bassa: rischi da conoscere
Soffrire di placenta bassa in gravidanza è piuttosto comune ma in alcuni casi può rivelarsi un pericolo per la gravidanza stessa. Per fortuna, i rischi effettivi si presentano solo nel 10% dei casi. E questo perché con il procedere della gravidanza, la placenta tende a risalire da sola, liberando così il canale del parto.
Quando ciò non accade, si parla però di placenta previa marginale o grave e in tal caso è importante prestare maggior attenzione in quanto i rischi aumentano di conseguenza.
Parlando invece di posizioni, la più a rischio è la placenta previa centrale in quanto se non si sposta può portare alla necessità di un parto cesareo. Ovviamente, se questa dovesse spostarsi i rischi diminuirebbero. E, durante i primi mesi di gravidanza è molto facile che ciò avvenga, riportando la situazione in uno stato di normalità.
Placenta bassa: cosa fare
In caso di placenta bassa, i sintomi possono non esserci o avere stadi diversi di gravità.
Spesso si avvertono senso di pesantezza e contrazioni uterine che si manifestano sopratutto i primi tempi della gravidanza. Andando, al come agire, la prima cosa da sapere è che si rivela importante seguire le indicazioni del medico che possono variare in base alla gravità della situazione.
Si va quindi, dall’accortezza nel non eseguire determinati movimenti, all’astenersi dai rapporti e fino al riposo totale. Queste indicazioni possono variare nel corso del tempo e in base al comportamento della placenta.