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Sommario articolo
Quando si parla del linfoma marginale splenico, si intende una forma rara di linfoma, diversa dal linfoma di Hodgkin a cellule B, che colpisce diversi organi del sistema linfatico e, in modo particolare, la milza. La sua evoluzione è piuttosto lenta e spesso è anche silente. A caratterizzarlo è la ploriferazione clonale e anomale dei linfociti B che riguardano il midollo osseo, il sangue e come già detto, più spesso, la milza.
In presenza di questo tipo di tumore, i linfociti malati continuano a proliferare togliendo spazio alle cellule immunitarie sane. Queste sono presenti sopratutto nella milza dove spesso può formarsi una massa tumorale dalla crescita lenta ma progressiva. Quando ciò avviene si parla di splenomegalia.
Andando ai sintomi questi sono spesso molto lievi, sopratutto all’inizio.
Tra i più comuni ci sono un senso di fastidio o dolore all’altezza della milza, un suo ingrossamento, anemia, aumento dei linfociti, febbre, perdita di peso e sudorazione.
Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di sintomi che tendono a comparire quando la malattia è già in stato avanzato e ciò può rendere difficile riconoscerla per tempo.
La sua insorgenza è nota per lo più tra i 50 e i 60 anni. Quanto alla prognosi del linfoma marginale splenico, questa è solitamente superiore ai 10 anni dopo la diagnosi.
I medici non sanno ancora il perché si sviluppi questa forma di tumore. Si pensa che ciò possa essere legato a malattie autoimmuni o ad infezioni particolari. Fin’ora non sono stati riscontrati fattori genetici o ereditari. Tuttavia, gli studi sono sempre in atto, sopratutto perché si tratta di un tumore ancora raro e che rappresenta l’1% di tutti i linfomi.
Riguardo alle cure, invece, queste sono diverse e cambiano in base alla situazione.
A volte può succedere che i medici scelgano di non intervenire e di osservare il modo in cui progredisce la malattia. In caso di sintomi gravi o di linfoma avanzato, invece, si può passare alla rimozione della milza o a trattamenti come la radioterapia o la chemioterapia.
Anche l’uso di anticorpi monoclonali può fare tanto e ciò dona una certa speranza per cure sempre più rapide e risolutive. A prescindere dal trattamento scelto insieme al medico per il linfoma marginale splenico, è quindi chiaro, che l’attenta osservazione dello stesso sia in grado di fare la differenza.
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