
Il 1° marzo 2025, la Commissione Europea ha preso una decisione che segna un cambiamento significativo riguardo al Nutri-Score, l’etichetta nutrizionale a semaforo sviluppata dai ricercatori dell’Università di Parigi. Questo strumento, concepito per fornire informazioni sui valori nutrizionali degli alimenti, ha visto la sua espansione in Europa bloccata. Negli ultimi tempi, è emerso che l’obbligatorietà dell’etichetta non è più considerata una priorità dall’ente europeo. In sostanza, si preannuncia l’introduzione di un nuovo sistema, ma non sarà il Nutri-Score a guidare il cambiamento. Questa informazione è stata confermata anche da un’inchiesta condotta da Radio France.
A cosa servono le etichette nutrizionali
Per chi desidera adottare uno stile di vita sano, la scelta dei prodotti alimentari nei supermercati può rivelarsi complessa. La questione del cibo fresco, ad esempio, è ambivalente: sebbene possa sembrare più salutare, ci sono incertezze riguardo alla provenienza, alle tecniche di coltivazione e all’uso di sostanze chimiche. Anche la scelta delle proteine animali presenta sfide, poiché è difficile verificare se gli allevamenti rispettano standard etici e se gli animali sono stati alimentati senza sostanze nocive.
La confusione è accentuata dalla difficoltà di comprendere i valori nutrizionali riportati sulle etichette. I consumatori spesso passano molto tempo a confrontare le informazioni, cercando di capire quali alimenti possano essere benefici o dannosi per la loro salute, mentre le promesse pubblicitarie possono risultare fuorvianti. Anche chi è più esperto in materia di alimentazione può trovarsi a dover affrontare cibi altamente processati. È evidente che esiste una necessità di un sistema che possa guidare le scelte alimentari, poiché non tutti possiedono una formazione accademica in Scienze dell’alimentazione. Ogni individuo ha il diritto di conoscere ciò che consuma e gli effetti che questi alimenti hanno sul proprio organismo.
La proposta francese che sembrava favorita in Europa: il nutri-score
Il dibattito sull’etichettatura nutrizionale in Europa è iniziato nel 2003, con l’adozione della proposta di regolamento del Parlamento Europeo sul Nutrition & Health Claims, che ha portato alla creazione del regolamento CE 1924/06. Questo documento ha introdotto il concetto di profili nutrizionali, con l’obiettivo di chiarire il valore nutrizionale dei prodotti alimentari e prevenire che le etichette di cibi poco salutari possano ingannare i consumatori, presentandosi come salutari grazie all’aggiunta di minerali o vitamine.
Nonostante siano trascorsi più di dieci anni, l’Europa fatica a progredire su questo tema a causa delle forti pressioni esercitate dall’industria alimentare. Alcuni Paesi hanno scelto di sviluppare autonomamente etichette nutrizionali, tra cui la francese Nutri-Score, che, sebbene non ufficialmente adottata, è visibile su alcuni prodotti. Questo sistema utilizza un semaforo che indica il profilo nutrizionale attraverso cinque colori, dal verde al rosso, e cinque lettere, dalla A alla E, rendendo la comprensione immediata e intuitiva.
Ascesa e caduta di un’etichetta nutrizionale
Il Nutri-Score è stato sviluppato da un team di ricercatori dell’Università di Parigi e dell’Inserm, l’equivalente dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia. Questo sistema assegna punteggi basati su un algoritmo creato da Serge Hercberg, professore dell’INRA (Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica). Il punteggio considera l’apporto energetico e il contenuto di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale e fibre. L’efficacia del sistema ha portato all’adozione del Nutri-Score anche in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera, mentre la Finlandia è attualmente in fase di valutazione.
Nel 2020, la strategia Farm to Fork ha impegnato la Commissione Europea ad adottare un logo nutrizionale basato su evidenze scientifiche entro il 2022. Il Nutri-Score era il candidato principale, ma ha incontrato forti opposizioni in vari Paesi. Tuttavia, il 1° marzo 2025, la Commissione ha apparentemente archiviato la questione, lasciando aperte molte domande sul futuro della nutrizione in Europa.
Le pressioni delle lobby dell’industria alimentare
Le ragioni dietro l’abbandono del Nutri-Score come soluzione principale sono molteplici. Le lobby dell’industria alimentare hanno esercitato pressioni significative per proteggere i propri interessi. In particolare, il governo italiano ha presentato una battaglia ideologica contro l’etichetta, sostenendo che possa danneggiare i prodotti della tradizione alimentare nazionale. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito il sistema “discriminatorio”, mentre il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, lo ha descritto come “pericoloso”. Secondo Foodwatch, l’Italia ha esercitato una forte influenza, sostenuta da Paesi come Romania, Grecia e Ungheria, per opporsi all’implementazione del Nutri-Score.
Negli ultimi anni, i funzionari della Commissione hanno avuto numerosi incontri con rappresentanti delle lobby alimentari, a fronte di sole due riunioni con la società civile. Questo squilibrio ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’equità del processo decisionale.
Se l’etichetta nutri-score salva la coca-cola e boccia l’olio d’oliva
La questione delle lobby industriali non sembra mai avere come obiettivo primario la salute dei cittadini. La difesa del Made in Italy non dovrebbe ostacolare l’introduzione di strumenti che tutelino i consumatori. Le critiche al Nutri-Score non derivano solamente da ragioni economiche o ideologiche.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha bocciato l’etichetta, considerandola fuorviante e potenzialmente ingannevole per i consumatori. La classificazione dell’etichetta è stata giudicata arbitraria, poiché non tiene conto delle esigenze nutrizionali variabili di ciascun individuo. I criteri di valutazione, che includono l’apporto energetico e i livelli di grassi e zuccheri, sono stati criticati per la loro applicazione su 100 grammi di prodotto, senza considerare le porzioni reali. Questo porta a situazioni paradossali, come il fatto che l’olio extravergine di oliva e il parmigiano siano classificati come dannosi, mentre alimenti come patatine fritte e bibite dietetiche possono ottenere punteggi favorevoli.
Quale che sia lo strumento, il ritardo è destinato a crescere
In risposta alla situazione attuale, l’Italia ha proposto un’alternativa al Nutri-Score, chiamata Nutrinform Battery, che valuta gli alimenti in base alla loro incidenza sulla dieta complessiva. Questo sistema sostituisce il semaforo con una batteria che indica i valori nutrizionali per porzione.
La Commissione Europea ha chiarito che l’etichetta futura non sarà una mera copia di strumenti esistenti, il che implica la necessità di un nuovo processo di ricerca e sviluppo. Ciò potrebbe richiedere anni, lasciando i consumatori a dover continuare a navigare tra le corsie dei supermercati, privi di indicazioni chiare e affidabili su ciò che stanno acquistando.