Le infezioni vulvari consistono in disturbi a carico della vulva, ossia la parte esterna dei genitali femminili.

  • Introduzione
  • Classificazione e Sintomatologia
  • Prevenzione, Diagnosi e Trattamento

Introduzione

Le infezioni vulvari consistono in disturbi a carico della vulva, ossia la parte esterna dei genitali femminili.

La vulva comprende:

  • Monte del Pube, la zona formata da tessuto adiposo che dall’età puberale si ricopre di peli pubici;
  • le grandi labbra;
  • le piccole labbra;
  • il clitoride, un piccolo organo erettile ricco di terminazioni nervose;
  • l’apertura uretrale, dove passa l’urina;
  • il vestibolo, ossia quell’area situata intorno all’apertura della vagina e dell’uretra;
  • il perineo, ovvero la zona posta tra la vagina e l’ano;
  • le Ghiandole di Bartolini, secernenti un liquido lubrificante in grado di facilitare la penetrazione del pene nella vagina;
  • l’imene.

In linea generale le infezioni vulvari possono avere diverse origini:

  • batterica;
  • fungina;
  • virale.

Se non diagnosticate e trattate in tempi rapidi, le infezioni vulvari possono estendersi anche alle aree attigue. Sono, infine, ad elevato rischio di contagio, in special modo in caso di rapporto sessuale non protetto.

Classificazione e sintomatologia

Le principali infezioni vulvari comprendono:

  • Candida vulvovaginale, causata da una crescita eccessiva di un lievito, la Candida, che normalmente abita sulla pelle e sulle mucose del nostro organismo (bocca, intestino, vagina). Ed invero, alcune condizioni possono determinare una crescita incontrollata di questo fungo, determinando infezioni. Il 70% delle donne in età fertile riferisce almeno un episodio di Candidosi nel corso della vita.

Se la candidosi (o candidiasi) si presenta almeno quattro volte in un anno, prende il nome di ricorrente. Non è da considerarsi, questo, un fenomeno inconsueto.

Ed invero, la Candidosi è un’infezione in alcuni casi asintomatica (specie negli uomini) e in grado di rimanere latente. Tale aspetto ha conseguenze da non sottovalutare, in quanto durante la fase di latenza la malattia si può trasmettere sessualmente al nostro partner, che poi a sua volta può ritrasmettercela, in un circolo vizioso infinito.

Generalmente, le riacutizzazioni del disturbo in parola si verificano nel corso della fase premestruale.

Tra le cause principali di insorgenza dell’infezione c’è l’alterazione dell’equilibrio della microflora vaginale, costituita, in condizioni normali, da un 90% di lactobacilli e da un restante 10% di batteri saprofiti. Tale squilibrio è determinato dall’assunzione di antibiotici o da un generale abbassamento delle difese immunitarie, spesso come conseguenza di stress e affaticamento, o particolari malattie.

Tra gli altri fattori predisponenti la Candidosi troviamo:

  1. l’uso del diaframma;
  2. l’applicazione di creme o gel antimicrobici locali;
  3. il diabete;
  4. la sindrome metabolica;
  5. l’uso di contraccettivi estrogenici;
  6. la gravidanza, in quanto periodo solitamente associato alle modificazioni ormonali (circa il 20% delle donne in gravidanza è colpita da Candidosi);
  7. i rapporti sessuali non protetti;
  8. l’obesità;
  9. un’alimentazione a base di zuccheri e lieviti;
  10. l’uso di detergenti intimi aggressivi;
  11. l’uso di biancheria e assorbenti sintetici, nonché di pantaloni attillati;
  12. la predisposizione genetica.

Tra i sintomi della Candidosi si menzionano: il bruciore, l’arrossamento, il prurito, secrezioni biancastre, pastose e inodore, disuria, dispaurenia.

  • Herpes genitale, un’infezione a trasmissione sessuale altamente contagiosa, considerata un problema di salute globale. È tra le infezioni più comuni nelle persone con HIV.

Provoca vesciche ed ulcerazioni della pelle. Una volta contratta l’infezione, il virus rimane latente all’interno dell’organismo per tutta la vita, al livello dei gangli nervosi delle zone colpite. Quando si indeboliscono le difese immunitarie si va incontro alla riattivazione dell’infezione. Ciò ad esempio può avvenire in particolari situazioni di stress, in caso di febbre, durante le mestruazioni, in seguito a traumi tissutali locali.

Generalmente, l’Herpes genitale è asintomatico. Quando invece da sintomi, tra questi troviamo:

  1. prurito;
  2. bruciore;
  3. dolore;
  4. febbre;
  5. malessere generale;
  6. ingrossamento dei linfonodi inguinali;
  7. dolori muscolari;
  8. infiammazione del retto;
  9. vescicole che dopo 2/3 settimane dalla loro comparsa si trasformano in ulcere che scompaiono in pochi giorni.
  • Le Verruche genitali, malattia infettiva sessualmente trasmissibile, altamente contagiosa (anche se le persone con un buon sistema immunitario possono non contrarre l’infezione).

Si presenta con escrescenze ruvide (microlesioni neoplastiche benigne), localizzate sulla pelle o sulle mucose dell’area genitale, spesso talmente piccole da non essere visibili ad occhio nudo, altre volte raggruppate tra loro e quindi più visibili e fastidiose.

Circa il 50% delle persone sessualmente attive ne sono colpite, spesso senza accorgersene, in quanto la malattia può essere asintomatica. Se invece i sintomi ci sono, questi consistono in prurito, arrossamento,  gonfiore, dolore generalmente di lieve entità.

La causa principale delle verruche genitali risiede nel Papilloma Virus, sovente implicato anche nella formazione delle verruche nei piedi e nelle mani.

Contrarre le verruche genitali nel corso della gravidanza può risultare un fattore da non trascurare: le verruche, invero, possono crescere in maniera importante, creando disturbi urinari ed indebolendo l’elasticità dei tessuti vaginali.

Prevezione, diagnosi e trattamento

Infezioni vulvari
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/pancia-cuore-amore-ragazza-relax-3186730/

Trattandosi di malattie infettive, le probabilità di contagio sono molto elevate in caso di rapporto sessuale non protetto.

La miglior prevenzione, quindi, consiste nel rispetto delle regole comportamentali (uso di metodi contraccettivi adeguati) ed igieniche.

Inoltre, sempre a titolo preventivo, è fondamentale sottoporre anche il partner alla terapia specifica prescritta per debellare l’infezione, e ciò per evitare l’effetto rimbalzo, anche nei casi asintomatici.

Per quanto concerne la Candidosi, generalmente la diagnosi viene effettuata tramite tampone, e quindi per mezzo dell’analisi dei lieviti.

Il trattamento consiste nella somministrazione di terapie locali con nistatina, miconazolo, e nei casi ostinati ketoconazolo e fluconazolo.

Nei casi di Herpes genitale, la diagnosi può arrivare osservando le lesioni, anche se la conferma può derivare solo da specifici test di laboratorio. Al momento non esiste una cura definitiva per questo tipo di infezione, poiché come visto il virus rimane latente nell’organismo. Tuttavia, la fase infettiva può essere trattata con farmaci antivirali che però non impediscono le recidive. 

Infine, per quanto concerne le Verruche genitali, queste, in genere, sono difficili da diagnosticare nell’immediato. Ciò considerato, il ginecologo può applicare sulle verruche una soluzione di acido acetico, per sbiancarle e renderle più evidenti. Il medico, inoltre, raccomanda il Pap Test nei casi in cui non sia stato effettuato da più di tre anni.

In genere, le verruche genitali scompaiono in maniera spontanea, senza alcun trattamento, specie nei soggetti con un sistema immunitario solido. Solo quando ciò non avviene si somministrano appositi farmaci. Le verruche possono poi essere congelate (crioterapia), oppure asportate tramite l’elettrocoaugulazione e l’escissione chirurgica.

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ultimo aggiornamento: 23-03-2020

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