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Quello della frattura scomposta è un problema da non prendere mai in modo superficiale. Scopri quali sono i sintomi e le cure più adatte.
Si parla di frattura scomposta quando ci si trova davanti a due parti di osso spostati e non più in linea. Un problema che può variare di entità in base a quanto è ampia la discontinuità del segmento osseo. In casi più gravi, ad esempio, si può parlare di frattura esposta in quanto la parte di osso sembra fuoriuscire quasi dalla cute. Al di là dei significati, si tratta quindi di un problema che è importante riconoscere subito al fine di poterlo curare senza andare incontro a dei peggioramenti.
Frattura: i sintomi da riconoscere
Quando ci si trova davanti ad una frattura ossea, i sintomi più comuni e che dovrebbero fungere da campanello d’allarme sono il dolore acuto, il gonfiore della parte coinvolta, la forma diversa assunta dalla gamba e la difficoltà ad appoggiare il peso del corpo sull’arto fratturato.
Sia in caso di frattura composta e scomposta, la prima cosa da fare è quindi quella di rivolgersi al medico in modo da ricevere una diagnosi ed una possibile cura. Cura che, ovviamente, varierà in base all’entità del problema. Anche in caso di microfrattura, i sintomi sono gli stessi. Ed anche se la situazione è meno grave è sempre molto importante porvi il massimo dell’attenzione.
Come curare una frattura
In caso di frattura o qualora si sospetti un problema analogo è indispensabile evitare di muovere la parte lesa. Per farlo,come avviene anche per la periostite, è quindi necessario non muovere l’arto in alcun modo e andare al pronto soccorso. Inoltre in caso di frattura esposta è importante disinfettare la zona. Una volta dal medico, è probabile che vengano svolti esami come, ad esempio, una radiografia.
Compresa l’esatta entità del problema, si passerà alla riduzione della frattura e ad un periodo di immobilizzazione variabile in base alla situazione e alla condizione fisica di chi ha subito il danno. Per guarire è necessario che si formi il così detto callo osseo, motivo per cui, nella maggior parte dei casi, oltre alla riduzione (che può avvenire anche sotto anestesia) potrebbe essere necessario il gesso o l’uso di tutori che variano in base alla zona che si è fratturata.
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