Pubblicato l’ultimo Food Outlook della Fao, dal quale emergono dati allarmanti soprattutto per i Paesi più poveri.

I Paesi poveri potrebbero pagare di più per meno cibo. Questo è quanto emerge – in estrema sintesi – dall’ultimo Food Outlook della Fao relativo al primo semestre del 2018.

Ogni sei mesi, il Food Outook scatta una sorta di fotografia dell’andamento del mercato delle maggiori derrate alimentari. Il rapporto pubblicato a luglio 2018 ha destato grande preoccupazione per l’aumento dei costi delle importazioni di cibo, un aumento che interesserà soprattutto i Paesi che nel mondo sono già più vulnerabili alle crisi alimentari. Questi, infatti, potrebbero vedere quasi quintuplicata la loro “fattura” per gli alimenti che devono reperire all’Estero.

Gli alimenti presi in considerazione sono quelli di prima necessità per il fabbisogno della popolazione come cereali, carne, pesce, zucchero e oli vegetali. Ecco perché la nuova tendenza desta grande allarme per le sorti di questi Paesi.

L’aumento dei costi delle importazioni alimentari – sulla base di quanto analizzato dalla Fao – non è legato a una scarsa disponibilità di queste materie ma da altri fattori come dispute commerciali tra nazioni.

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Fonte foto: https://pixabay.com/it/spiaggia-oceano-pesce-rete-lavoro-3244777/

Aumenta la produzione di zucchero ma il costo salirà ancora

Dal Food Outlook pubblicato a luglio 2018 dalla Fao emergono dati preoccupanti per l’aumento dei costi relativi alle importazioni alimentari di prima necessità. Un problema che non interessa i Paesi più sviluppati ma soprattutto quelli che sono già più vulnerabili alle crisi alimentari.

Un esempio fra tutti di come i rapporti tra Paesi influenzino il costo delle derrate alimentari è quello relativo allo zucchero. Quest’anno, infatti, si prevede che la produzione aumenterà dell’11,1%, raggiungendo il numero record di 187, 6 milioni di tonnellate, superando così i margini globali di consumo.

Questa grande disponibilità però non farà abbassare il prezzo del prodotto che, invece, aumenterà notevolmente. Ecco che cosa è stato evidenziato nel Food Outlook sull’argomento:

“Nonostante la più ampia di disponibilità di zucchero mai registrata nella storia, il valore minimo per i prezzi internazionali dello zucchero sarà probabilmente determinato dall’aumento dei prezzi del petrolio greggio mondiale, dato che più zucchero viene usato per produrre etanolo”.

Lo stesso discorso si potrebbe fare per i semi e le farine di soia: l’evoluzione delle relazioni commerciali tra Stati Uniti d’America e Cina ha introdotto nel mercato una incertezza notevole sul mercato di queste materie, facendone crescere esponenzialmente il prezzo.

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ultimo aggiornamento: 11-07-2018


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