Benessere
Farfaraccio: tanti i benefici della pianta, ma attenzione alle controindicazioni
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Rimedio naturale utilizzato fin dall’antichità, il farfaraccio non deve mai essere assunto senza il parere del medico: vediamo le proprietà.
Pianta dall’aspetto particolare e assai curioso, il farfaraccio cresce spontaneo soprattutto nei boschi. Utilizzato anche in cucina, come contorno o condimento di primi piatti, è un valido rimedio naturale per combattere diverse problematiche. Prima di assumerlo, però, è bene conoscere le sue controindicazioni.
Farfaraccio: le proprietà
Appartenente alla famiglia delle Compositae, il farfaraccio è una pianta officinale erbacea che ha una forma piuttosto singolare. A prima vista appare come un cappello, con tante foglie a forma di cuore. Non solo, il farfaraccio ha un fiore altrettanto particolare: una specie di pigna di colore viola/rosa con puntini bianchi. E’ proprio grazie a questo suo aspetto che è facilmente riconoscibile. Cresce spontaneamente nei boschi o sui monti, anche in Italia dove la specie più diffusa è quella bianca.
Questa pianta vanta importanti proprietà terapeutiche, motivo per cui è utilizzata fin dalla notte dei tempi come rimedio naturale. Potente antimicotico, antinfiammatorio e antispasmodico, il farfaraccio è consigliato per combattere tutte le problematiche che interessano l’apparato gastrointestinale e quello uro-genitale e l’epidermide, specialmente in caso di pelle arrossata. Non solo, è indicato anche per contrastare l’emicrania, le allergie stagionali e i disturbi ad esse collegati, come la rinite e gli attacchi d’asma, la tosse e il raffreddore.
Farfaraccio: controindicazioni da tenere a mente
Il farfaraccio è uno dei rimedi naturali più potenti, ma il suo uso è da limitare al massimo perché è considerata una pianta potenzialmente tossica. Il motivo è da rintracciare nella presenza degli alcaloidi. Pertanto, prima di utilizzarlo è opportuno chiedere il parere del proprio medico oppure optare per un’altra soluzione fitoterapica. In ogni modo, è consigliato non utilizzarlo per un lungo periodo perché può provocare effetti collaterali gravi.