È risultata positiva sui test sperimentali nei confronti dei topi, la molecola A13 sembra essere la nuova cura per l’Alzheimer in grado di ripristinare l’attività neuronale.

In fatto di salute i passi avanti fatti dal settore medico sono davvero incredibili, e veloci. Proprio per questo la speranza di vita della popolazione è aumentata con un benessere generale e una possibilità di vivere più anni. Per quanto riguarda le malattie della mente, ricercatori e medici di tutto il mondo hanno l’obiettivo più arduo e complesso: trovare la cura per l’Alzheimer.

La svolta sembra finalmente arrivata e la ricerca medica coinvolta è tutta italiana! Si tratta della molecola A13, in grado di bloccare la malattia, individuata dalla Fondazione European Brain Research Institute Rita Levi-Montalcini. Scopriamone subito di più!

Alzheimer: la molecola A13 combatte la malattia

I ricercatori italiani della Fondazione European Brain Research Institute Rita Levi-Montalcini confermano l’esito positivo dei test svolti sui topi. L’anticorpo chiamato A13 sarebbe in grado di combattere l’Alzheimer nella sua fase iniziale ringiovanendo il cervello e aprendo una nuova era di cure mediche. In pratica, introducendo nei topi malati la molecola A13 si è osservato un ripristino dell’attività neuronale.

laboratorio ricerca
Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/laboratorio-analisi-chimica-ricerca-2815641/

Questo ha avuto effetti positivi sulla produzione di neuroni, tornata quasi alla normalità! Lo studio è stato coordinato dai dottori Antonio Cattaneo, Giovanni Meli e Raffaella Scardigli coinvolgendo il Dipartimento di Biologia dell’Università Roma Tre. La pubblicazione ufficiale invece è avvenuta sulla rivista Cell Death and Differentiation.

Dunque, la cura sperimentale per l’Alzheimer è in fase di sviluppo anche se «per i test sull’uomo ci vorrà ancora qualche anno e bisognerà prima valutare gli esiti delle fasi pre-cliniche di sperimentazione». Così spiegano i ricercatori Meli e Scardigli testimoniando passo passo gli esiti dello studio.

Alzheimer e diagnosi precoce

Allenare la memoria a volte non è sufficiente per mantenere attiva ed elastica la nostra mente. Purtroppo lo sanno bene coloro ai quali è stato diagnosticato il disturbo dell’Alzheimer. Ma riuscire ad intervenire presto, appena si scopre di soffrirne, può davvero fare la differenza.

Le cellule staminali accumulatesi nel cervello, le A-beta oligomeri (che sono la causa stessa dell’Alzhaimer), si possono neutralizzare con la A13 solo se si interviene subito. A quel punto si assisterà ad una regressione della patologia e ad una piena ripresa funzionale!

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/laboratorio-analisi-chimica-ricerca-2815641/.

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ultimo aggiornamento: 22-12-2019


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