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Simile ad una cimice, il coleottero giapponese è arrivato (anche) in Piemonte: scopriamo insieme di cosa si tratta e come debellarlo.
Il coleottero giapponese (Popillia Japonica) è un insetto particolare dalla storia molto lunga. Agli inizi del Novecento si è ampiamente diffuso negli Stati Uniti, partendo dal Giappone. In questo territorio ha trovato terreno idoneo e piante ospiti adeguate alla proliferazione. Negli ultimi anni ha invaso anche il Nord Italia, in particolare Lombardia e Piemonte, dove ha infestato molte zone.
Al fine di impedire la diffusione di questo insetto è consigliabile controllare bene che non entri in auto quando ci spostiamo! Scopriamo bene che cos’è, che danni fa e come tenerlo lontano.
Cos’è il coleottero giapponese?
Questo coleottero appartiene alla famiglia degli Scarabeidi e viene dall’Asia. Lungo dagli otto ai dodici millimetri, non morde, non punge e non è velenoso ma è una grave minaccia per l’agricoltura e l’ambiente.
Si distingue facilmente da un coleottero classico o da una cimice in quanto, come segno distintivo, notiamo uno strato di peluria bianca ai lati del corpo.
Le prime segnalazioni sono pervenute in Italia nel 2014 su entrambe le sponde del Lago Maggiore (Lombardia e Piemonte); nel 2017 è arrivato anche in Svizzera Italiana.
Le piante “ospiti”
La cimice giapponese infesta più di trecento piante. Tra le più comuni troviamo: mais, soia, fragola, pomodoro, peperone, vite, rosa, susino, pero, pesco, lampone, rovo, pisello, mirtillo, nocciolo e vite del Canada.
I danni arrecati alle piante sono molteplici e differenti a seconda dello stadio di crescita dell’insetto (adulto oppure larva). L’insetto adulto danneggia le piante nutrendosi delle foglie, dei fiori e dei frutti mentre le larve sono in grado di distruggere intere distese erbose.
Come evitare la diffusione del coleottero giapponese?
La Regione Piemonte ha indetto una campagna per impedire la diffusione di questo insetto nocivo. Maggiori informazioni si possono reperire ai seguenti riferimenti: entomologia@regione.piemonte.it e popillia@ipla.org.
Nelle zone di maggior diffusione di questo insetto, adottano metodi di lotta chimici, biologici e di manipolazione dell’habitat per renderlo meno ospitale possibile. Inoltre, è possibile rimuoverli fisicamente (meglio al mattino presto) scuotendo i rami delle piante e facendo cadere gli insetti in un secchio di acqua e sapone oppure reperendo delle trappole ai feromoni.
Se vi recate nelle zone infestate, inoltre, fate attenzione a non portarli con voi!
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ultimo aggiornamento: 19-11-2019