Benessere
Cisti di Naboth: di cosa si tratta e come si cura
Sommario articolo
Le cisti di Naboth sono delle neoformazioni benigne che si trovano sulla cervice uterina. Scopriamo perché si formano e cosa fare quando appaiono.
Quando si parla di cisti di Naboth si intende un tipo di neoformazione benigna che si forma nella cervice uterina. Detta anche cisti cervicale, è la più comune tra quelle che possono formarsi in questa zona e non comporta alcun tipo di rischio per la paziente. La formazione è solitamente dovuta all’ostruzione dei dotti escretori delle ghiandole che si trovano nella mucosa cervicale e che possono verificarsi in seguito a cerviciti o altri problemi di tipo infiammatorio. Più presenti nelle donne che hanno avuto dei figli, sono solitamente così piccole da essere notate per caso e quasi mai per dolori o sintomi ad esse legati.
Cisti di Naboth: i sintomi
Per quando riguarda la ciste cervicale, i sintomi sono per lo più inesistenti.
Nella maggior parte dei casi, queste vengono infatti scoperte praticamente per caso.
Per questo motivo non rappresentano un motivo per cui allarmarsi. A meno di non destare problemi come l’impedire i rapporti sessuali o la corretta esecuzione di un pap test o di altri esami diagnostici, vengono quindi ignorate e semplicemente tenute sotto controllo ad ogni visita.
Basta quindi farsi controllare annualmente dal proprio ginecologo per continuare a condurre una vita tranquilla e priva di preoccupazioni a riguardo.
Cisti di Naboth: cura e rimozione
Come già accennato, queste cisti (che sono per lo più di piccolissime dimensioni) non devono destare alcun tipo di preoccupazione e tendono a non dare alcun segno della loro presenza. Per questo motivo, non esiste alcuna cura che le riguardi. Tuttavia, quando sono numerose o rischiano di limitare i controlli ginecologici, può essere considerata l’idea della rimozione.
A tal proposito esistono diversi metodi. Tra i più importanti ricordiamo la cistocenetesi (una puntura evacuativa), la laserterapia, la crioterapia dermatologica e la diatermocoagulazione mediante uno strumento ad alta frequenza. Il metodo deve essere ovviamente scelto insieme al proprio medico e valutato in base alla condizione personale e alle preferenze riguardo la metolodogia da mettere in atto. Si tratta comunque di interventi sempre semplici e risolutivi.