
Una nuova cura per combattere il tumore - www.notiziebenessere.it
Il cancro è stato definito da molti esperti come la “malattia del secolo” e, allo stesso tempo, da anni, si stanno cercando cure per poterlo combattere quanto anche, nei casi più difficili, anche rallentare.
Nel corso degli anni, però, le scoperte sono state al tempo stesso anche sensazionali portando alcuni tipi di tumore ad essere sconfitti anche in maniera totale senza avere più la possibilità di ripresentarsi nuovamente nel paziente.
Novità arrivano anche in campo medico, attraverso la scoperta di esami e cure che possono davvero allungare la vita del singolo paziente affetto da malattia oncologica. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Cancro: quando la prevenzione è d’obbligo
La cura contro il cancro è una delle lotte più estenuanti che tantissimi medici, ricercatori e infermieri stanno portando avanti per poter sconfiggere la malattia del secolo e riuscire a salvare quante più vite umane possibili. Davanti agli aumenti di casi di cancro, molto spesso e purtroppo, anche fra i bambini, la domanda che tutti si pongono è: “Ma non c’è una cura definitiva?”.
Purtroppo non ancora ma, come dicevamo all’inizio, la ricerca va avanti a grandi passi. Ciò che conta, e ce lo hanno sempre detto, è la prevenzione. Prevenire, anche attraverso semplici esami, quelli che possono essere tutti (o solo alcuni) dei sintomi che la malattia può dare e riuscire ad intervenire in tempo.
Diversi, nel corso del tempo, sono stati gli studi portati avanti e pubblicati anche su riviste scientifiche, che hanno dato ulteriore speranza a coloro che erano o sono ammalati. Una delle ultime scoperte riguarda uno studio pubblicato sulla rivista “The Lancet Oncology”: si tratta di un esame del sangue che può aiutare a prevedere la comparsa di un tumore della pelle, in particolare del melanoma, nei pazienti che ne sono già stati colpiti.
L’ultimo studio sui tumori della pelle
Questa ricerca ha scoperto che l’80% dei pazienti con melanoma allo stadio III presentava livelli rilevabili di DNA tumorale prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento. Questo significava che la malattia si era ripresentata più volte nel corso del tempo e in maniera molto più rapida rispetto a quanto doveva essere.

“I risultati suggeriscono che i test del DNA tumorale potrebbero aiutare gli oncologi a identificare quali pazienti affetti da melanoma hanno maggiori probabilità di rispondere bene alla terapia” – affermano gli autori dello studio. Certo la strada è ancora lunga da percorrere, ma le speranze non sono del tutto vane. “In futuro, queste valutazioni potrebbero essere utilizzate per orientare le decisioni terapeutiche” – continuano i ricercatori.
Lo studio è stato portato avanti su di un campione di 600 persone, uomini e donne. Se la ricerca andasse avanti, porterebbe a notevoli risultati.