L’ISS ha lanciato l’allarme: i consumatori a rischio di alcol in Italia sono sempre in aumento, e i danni sul corpo progrediscono

I consumatori a rischio di alcol in Italia sono quasi otto milioni. Circa un decimo di questi sono capaci di consumare una quantità di alcol dannosa per la salute. Sono questi i dati che riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Di questi, però, nove su dieci non vengono intercettati e introdotti all’interno di un percorso volto alla disassuefazione. Una quota molto rilevante è quindi destinata a vedere progredire sul proprio corpo i danni indotti dall’alcol.

L’Istituto Superiore di Sanità, col supporto dell’Istat lo ha annunciato nel corso dell’annuale giornata della prevenzione del consumo di bevande alcoliche

Emanuele Scafato, direttore dell’osservatorio alcol dell’Istituto Superiore di Sanità e blogger della Fondazione Umberto Veronesi ha dichiarato:

“I bevitori pesanti sono pazienti che spesso presentano già danni d’organo e dipendenza“.

Bevono più gli uomini delle donne, e si è registrata una “differenza significativa nell’Italia Nord-occidentale e nelle regioni del sud, rispetto alla media nazionale”.

Si ha una concentrazione di consumatori dannosi di alcol di sesso maschile superiore alla media in Molise, Basilicata, Valle d’Aosta, Abruzzo e Sardegna.

Mentre in Piemonte e Toscana sono le donne a consumare più alcol rispetto alla media nazionale.

Tra i consumatori più a rischio compaiono ancora una volta i giovani. Il fenomeno che li coinvolge sembra essere il binge drinking: ovvero il consumo occasionale di oltre sei bicchieri di alcol in una sola sera.

Nei ragazzi tra 11 e 29 anni il consumo di alcol è la prima causa di morte ed è spesso alla base di diversi incidenti stradali.

Ma non solo i ragazzi, anche gli anziani rappresentano una categoria a rischio: 2,7 milioni di consumatori over 65 sono a rischio.

Il rapporto stabilisce infatti che: “oltre alla necessità di promuovere interventi di prevenzione nelle scuole, occorre  guardare con attenzione anche agli anziani che generano costi molto maggiori per il Servizio Sanitario Nazionale”.

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ultimo aggiornamento: 03-08-2016

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