Scopriamo cos’è il quiet quitting e in che modo è collegato alla salute di chi sceglie di cambiare lavoro.

Negli ultimi tempi, e in particolare dopo il Covid, le priorità di tutti sono cambiate. Sempre più persone hanno iniziato a riconsiderare la vita da punti di vista diversi, arrivando a dare priorità diverse alle proprie esigenze. Si tratta di un fenomeno che pian piano è andato a toccare anche il lavoro. Cosa che ha spinto tante persone a decidere di cambiarlo se ritenuto troppo stressante o in grado di abbassare la qualità del lavoro. Una scelta importante che, quindi, viene fatta principalmente considerando la propria salute mentale e, in generale, la vita affettiva, quella sociale e, ovviamente, il tempo libero.

Cosa significa quiet quitting e perché è sempre più diffuso

Dopo anni in cui il lavoro è stato considerato come un punto d’arrivo per il quale sacrificare tutto, le cose stanno sempre più cambiando. Si tratta di un fenomeno a livello mondiale, scattato dopo il Covid e, in particolare, a causa del periodo in cui tanti lavoratori si sono trovati a dover cambiare ritmi, abitudini e regole.

quiet quitting
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A causa dello stress subito, infatti, sempre più gente ha deciso di preservare la propria salute mentale arrivando a cambiare prospettive di vita. Dalla possibilità di sperimentare lo smart working alla sensazione di fragilità che in tanti hanno provato riguardo la propria vita, ha infatti preso campo il quiet quitting. Un fenomeno nato per dare un giusto equilibrio al lavoro e alla vita privata. Per evitare il born out e per godere dei momenti di tempo da trascorrere con amici e parenti.

Questo fenomeno riguarda quindi il lavoro e la possibilità di cambiarlo se non rispetta determinati parametri. Questo non significa che chi decide di lasciare quello attuale o di cambiare quello in cui non si trova più bene non abbia voglia di lavorare. Al contrario, chi pensa al proprio benessere mentale è, prima di tutto, una persona attenta al lavoro e in grado di rendere al meglio durante le ore lavorative.

Non è neanche verso che il quiet quitting porti a lavorare meno. L’unica richiesta da parte dei lavoratori è infatti quella di non dover effettuare sempre straordinari.Ddi non dover portare il lavoro anche a casa e di avere il proprio tempo per ricaricarsi e vivere la propria vita. Un modo di pensare molto diffuso tra la generazione z. E, più in generale, tra gli over 40 ma che si sta ampliando sempre di più arrivando anche a lavoratori più adulti ma attenti ai propri bisogni.

Quali sono i benefici del quiet quitting

Spesso, il quiet quitting coinvolge persone che sono stressate sul lavoro e i cui meriti non vengono riconosciuti. Cambiare, in tal senso, porta quindi a poter trovare di meglio e ricevere le giuste gratificazioni. Allo stesso tempo, scegliere di non accettare un lavoro perché ritenuto troppo impegnativo, può portare a migliorare la qualità della propria vita. E tutto per concentrarsi su ciò che è veramente importante.

Se gestito nel modo giusto e non come facciata per celare la scarsa voglia di lavorare, il quiet quitting è quindi da vedersi in modo positivo. Ciò non esclude, però, che con il tempo porterà sempre più aziende ad adattarvisi. È probabile, infatti, che molte si sentiranno sempre più spinte a migliorare la qualità del lavoro per non perdere personale eccellente.

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ultimo aggiornamento: 14-04-2023


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