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Senza avere la pretesa di sfatare alcun luogo comune, si può considerare che, se la vita vera comincia a 40 anni, è altrettanto realistico affermare che il vero sesso si fa dopo i 50.
Non deve apparire troppo strano, se si considera come le principali fonti di stress siano ormai state lasciate alle spalle: un elemento non da poco, che può permettere alla coppia di rivivere o recuperare un po’ di quella spensieratezza adolescenziale, che permette di godere meglio dell’atto.
Cosa rende unico il sesso nella terza età
Il sesso nella terza età ha il sapore della spensieratezza ed è alimentato da un desiderio che, al contrario di quel che si crede, è ancora vivo, nell’uomo come nella donna. Di certo, il luogo comune vuole il contrario, ma la realtà dei fatti racconta di una terza età priva di pressioni sociali, sia in termini di produzione lavorativa, sia in quelli di riproduzione familiare, e dunque più povera di stress. L’assenza di questi due elementi, così radicati negli uomini dai 30 ai 50 anni, permette di vivere il sesso con rinnovata leggerezza e un ritrovato calore.
Un desiderio sessuale simile richiama da vicino quello più tipicamente giovanile, che può animarsi e essere alimentato con le dovute cure, che tuttavia è più semplice riservare al proprio corpo e a quello della compagna: infatti, la liberazione dalle ansie sociali permette di concedere più tempo e più energie al corteggiamento e alla passionalità della coppia. Il miglioramento della sfera sessuale è dunque assicurato, grazie anche a una maggiore giocosità della coppia e all’uso di incentivi come sex toys, lubrificanti, sex roulette e giochi erotici di varia natura, che, se lasciano un sorriso sulle labbra dei più scettici, regalano molti momenti di piacere ai diretti interessati.
I benefici del sesso nella terza età
Salute, benessere e attività sessuale sono legati tra loro da uno stretto legame, che l’andropausa non riesce a intaccare. Infatti, un’attività sessuale ricca e costante anche nella terza età permette al corpo di sperimentare un benefico rilascio di endorfine e, allo stesso tempo, garantisce dei vantaggi sotto il punto di vista psicologico: un uomo che riesce ad appagare il proprio desiderio con la sua partner, infatti, si sente ancora desiderato, attivo, vitale e dunque più propenso a prendersi cura di sé. Il circolo che ne consegue è estremamente virtuoso: un uomo sessualmente attivo coltiva il proprio benessere andando incontro a uno stile di vita più sano e meno sedentario rispetto ad altri.
Non si deve sottovalutare un altro aspetto della questione: un uomo che si prende cura di sé in maniera naturale, infatti, può ridurre il ricorso a tutti quei farmaci che, potenzialmente, possono avere una ricaduta negativa sulla sua performance sessuale. Per questo, migliorare il proprio stile di vita, in conseguenza a una vita sessuale sana e appagante, finisce per porre le premesse stesse per un’attività sessuale ancora più stimolante e piacevole per entrambi.
Il climaterio è un nemico del sesso?
Se è nato il mito del calo del desiderio nella terza età, una ragione deve comunque esserci. Questa affonda le sue radici nel climaterio, ossia in quel cambiamento che caratterizza il corpo umano nel passaggio dalla seconda alla terza età. Questi cambiamenti sono dunque tipici di quella che nelle donne prende il nome di menopausa e, negli uomini, quello di andropausa. È possibile stabilire alcuni parallelismi tra i due fenomeni, in quanto il climaterio maschile e quello femminile sono caratterizzati entrambi da profondi cambiamenti ormonali, come l’interruzione della produzione di estrogeni femminili e un cambiamento nel funzionamento del testosterone maschile, i cui livelli tra l’altro diminuiscono sensibilmente.
Se una donna, arrivata alla menopausa, non può più generare figli, è anche vero che la conta degli spermatozoi maschili diminuisce notevolmente all’arrivo della terza età, rendendo all’uomo più difficile la procreazione. Insonnia e disturbi dell’umore caratterizzano più facilmente le donne, mentre alterazioni del metabolismo e l’insorgenza di malattie quali diabete e disturbi cardiovascolari sembrano riguardare più spesso gli uomini, innescando più o meno frequentemente anche deficit erettile.
Da questi elementi, derivano direttamente delle conseguenze psicologiche tanto per la donna, che tende a sentirsi meno seduttiva, quanto per l’uomo, che arriva a mettere in discussione la propria virilità a causa dell’incapacità di mantenere l’erezione o di eiaculare al termine del rapporto. Malgrado queste premesse, tuttavia, non si registra, scientificamente parlando, alcun calo del desiderio da mettere in relazione diretta al climaterio femminile o a quello maschile: questo testimonia dunque che andropausa e climaterio non sono affatto nemici del sesso, pur rendendolo alle volte più difficoltoso.
Tuttavia, ogni cosa può essere facilmente risolta nel nome di una rinnovata intesa sessuale con la propria partner, adesso più facilmente raggiungibile proprio grazie ai vantaggi intrinseci della terza età: meno ansia, meno preoccupazioni, meno pressioni sociali; agevolare il rapporto migliorando la propria autostima o la qualità della propria relazione non può che rendere più performante l’uomo e dunque più appagante l’atto. Da qui, il passo per una vita più sana e piacevole è estremamente breve.
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