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Quali sono le conseguenze della caduta dei capelli, quando non si tratta di un fenomeno occasionale bensì persistente? Per rispondere consultiamo i dati e le statistiche.
Quali sono le conseguenze della caduta dei capelli, quando non si tratta di un fenomeno occasionale bensì persistente? Perché ci sono tanti luoghi comuni e molte credenze errate sulla calvizie? Per rispondere consultiamo i dati e le statistiche illustrate nell’infografica “La calvizie in Italia e nel resto del mondo”, realizzata dal Centro Tricologico Istituto Helvetico Sanders per spiegare in modo semplice ed esaustivo cos’è la calvizie e perché è diffusa in modo diverso nel mondo.
Cosa bisogna sapere sulla calvizie
Le cause della calvizie sono molte, infatti si parla di “processo multifattoriale”, che implica, nell’uomo, la presenza degli ormoni androgeni e la predisposizione genetica, fattori che agiscono in molti casi assieme ad altre cause scatenanti come lo stress, le cattive abitudini alimentari e una vita troppo sedentaria.
Naturalmente non è sufficiente avere uno stile di vita regolare per prevenire la caduta, poiché la genetica porta comunque alla comparsa del disturbo, anche se con età diverse da soggetto a soggetto e con livelli di gravità molto differenti.
La tipologia di calvizie più diffusa è quella androgenetica e riguardo questa abbiamo dati molto dettagliati per ogni Paese. L’Italia, ad esempio, è al settimo posto nella top 10 con il 39% di uomini calvi nella popolazione, mentre al primo posto c’è la Repubblica Ceca con il 42,79%. Se i valori tra i primi 10 Paesi non variano moltissimo, c’è una notevole differenza con i Paesi asiatici e in particolare con la Cina, dove solo il 20% degli uomini perde i capelli; ciò dipende dalla minore attività dell’enzima che converte il testosterone in DHT (diidrotestosterone), quindi negli asiatici è più raro che si verifichi la calvizie.
Cosa pensano le persone della calvizie
La percezione complessiva del fenomeno, secondo le ricerche riportate nell’infografica, è quella di un inestetismo da risolvere, peggiore di altri (secondo il 65% degli intervistati); per fare questo, prima ci si informa su cosa fare, ad esempio sul web (il 59% degli uomini ha cercato online cause e rimedi) e chiedendo consigli ad amici o parenti che ci sono già passati (il 26% ha fatto così), poi si sceglie se fare eventualmente il trapianto di capelli.
Questa è la soluzione che in Italia hanno scelto oltre 100.000 persone nell’ultimo anno, un trend in crescita come nel resto del mondo: i pazienti sono aumentati del 13%, conteggiando sia chi ha fatto un trapianto, sia chi ha effettuato un trattamento anticaduta (parliamo di 2.083.522 persone).
I miti da sfatare sulla caduta dei capelli
Le 5 fake news illustrate nell’infografica sono un buon motivo per rendersi conto che esistono ancora tante leggende sulle vere cause della caduta dei capelli.
Tra queste, l’idea che si debbano tagliare i capelli molto corti per rinforzarli, o la convinzione che fare spesso lo shampoo sia dannoso (un luogo comune che potrebbe avere un senso solo per chi ha capelli molto delicati), oppure che indossare spesso il cappello sia una delle cause della caduta, quando in realtà non c’è alcuna correlazione.
Per prendersi cura seriamente dei propri capelli è opportuno fare un’analisi attenta e individuare le vere cause della caduta; solo così è possibile ottenere risultati concreti e non avere più timore delle bufale a proposito della calvizie.
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