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Camminare scalzi può essere molto pericoloso: esiste infatti un parassita, che entra nella pelle e con il passare del tempo invade buona parte degli organi
Solo qualche mese fa abbiamo parlato dei benefici del camminare scalzi in casa in quanto è una buona abitudine poichè fa bene alla salute. E non fa bene farlo solo in casa, ma anche all’aria aperta tant’è che in Nuova Zelanda c’è un movimento chiamato Barefooting, formato da chi ama fare passeggiate a piedi nudi nei parchi e nei prati.
Oggi però veniamo scoprire che in realtà togliersi le scarpe e iniziare a camminare a contatto con la Natura, pratica che sta crescendo anche in Italia, può essere molto pericoloso: esiste infatti un parassita, il cui nome scientifico è Strongyloides stercoralis, che entra nella pelle anche in assenza di lesioni e con il passare del tempo invade buona parte degli organi degli apparati del corpo umano.
Come si manifesta questo parassita?
Prurito, dolore all’addome o problemi a respirare: questi sono solo alcuni dei campanelli d’allarme che potrebbero far pensare al Strongyloides stercoralis, un batterio capace di entrare nel nostro corpo facendosi strada a partire dai piedi: anche in presenza di pelle perfettamente integra, infatti, il microrganismo riesce ad addentrarsi nel nostro organismo causando danni spesso irreparabili.
Sebbene con l’aumentare dell’attenzione all’igiene e con l’abitudine di indossare scarpe la presenza di questa malattia sia in netta diminuzione, si stima che nel mondo ci siano comunque 370 milioni di persone affette da strongiloidosi.
Come difendersi?
Essendo i sintomi particolarmente generici e saltuari, è necessario che questa malattia venga identificata per tempo: qualora non venisse diagnosticata, infatti, le larve tenderanno a crescere nell’organismo umano invadendo tutto il corpo.
La pericolosità diventa esponenziale nel caso di un sistema immunitario compromesso, situazione che porterebbe la malattia a diventare letale.
Il consiglio è cercare di evitare lunghe camminate senza calzature e a porre attenzione alla tipologia di terreno prescelto, cercando di non fare troppo affidamento su quelle nozioni scolastiche che prevedono gli orifizi come unica porta di ingresso lasciata aperta a microrganismi di varia natura sul nostro corpo.
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